Provita e Famiglia, il Pd contro l'evento organizzato ad Ancona il 5 aprile: «Vergogna, Acquaroli con gli anti-abortisti»

«Festa consegnò 1.450 pannolini alla Bora, uno per ogni bimbo mai nato nel 2019»

La locandina dell'evento anti-abortista
La locandina dell'evento anti-abortista
di Maria Cristina Benedetti
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Sabato 30 Marzo 2024, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 15:30

ANCONA In principio era persona, recita la locandina. Il sottotitolo è tutto da decriptare: la comunicazione materno-fetale fondativa dell’essere umano. Un nodo che si scioglie spostando lo sguardo nella parte alta di quel manifesto, che annuncia l’incontro, del 5 aprile, nello spazio dell’auditorium dell’Accademia di Babele. Il navigatore indica il largo della Fiera della Pesca, ad Ancona; l’attenzione si concentra su Provita&Famiglia, l’associazione che firma l’evento.

Un clic sul sito istituzionale del movimento dirada le ultime nebbie, nel caso ce ne fosse ancora bisogno: «Difende il diritto alla vita, dal concepimento alla morte naturale, promuove la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna». Innanzitutto, anti-abortista. Così sui saluti istituzionali, con il governatore Francesco Acquaroli che farà da apripista, scatta l’apriticielo di bandiera. Quello del Pd. 

La nota

Imbocca la direttissima il gruppo consiliare regionale del Partito democratico: «Continua nelle Marche - sostengono in una nota al vetriolo - l’attacco della destra al diritto all’interruzione volontaria di gravidanza: dalle mancate risorse in sanità, al depotenziamento dei consultori pubblici, all’auscultazione del battito del feto». Martellante, per loro, è «il lavoro di propaganda, tanto culturale, quanto legislativo».

Soprattutto non accettano, i democrat, che rappresentanti istituzionali partecipino a iniziative «che puntano a limitare sempre di più alle donne il diritto alla libera scelta e all’autodeterminazione».

In quel vortice d’insofferenza finiscono il presidente Acquaroli, la senatrice Elena Leonardi e il consigliere Carlo Ciccioli, legati stretti dalla fede a Fratelli d’Italia, ritenuti colpevoli di aderire a un appuntamento anti-abortista moderato da Roberto Festa, presidente del Centro aiuto alla Vita “L’ascolto” di Loreto. «Lo troviamo vergognoso - tuonano - e irrispettoso della dignità del Consiglio regionale».

Il gesto

Per rincarare la dose, i dem riavvolgono il nastro della memoria. «È lo stesso Festa - rammentano - che tre anni fa indirizzò un carico di 1.450 pannolini alla consigliera Pd Manuela Bora, uno per ogni bambino abortito nel 2019». Stigmatizzato come un gesto intimidatorio, quello andato in scena nel piazzale di Palazzo Leopardi coinvolse anche il figlio di otto anni e una minorenne. Lo slogan era esplicito: «Chi difende l’aborto ha le mani sporche di sangue».

La sintesi

Le bandiere qui impazzano: «Che fossero anti-abortisti convinti lo sapevamo già, ma che condividessero azioni e modalità violente come quelle messe in atto nel gennaio 2021 è una novità molto triste». La prova, è la sintesi dei democrat, «di come questa giunta regionale e questo governo siano nemici della legge 194/78 e dei diritti delle donne». Nemici di una legge, rimarcano.

Il controcanto è poco più di una voce rarefatta. Da Palazzo Raffaello arriva un telegrafico: «è uno dei tanti inviti rivolti al governatore a partecipare a un incontro organizzato da un movimento riconosciuto». In principio erano fibrillazioni.

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