I sanitari no vax ritornano in corsia, Marche Nord attende: ulteriori verifiche a Pesaro, a Torrette due giorni per riorganizzare i turni

I sanitari no vax ritornano in corsia, Marche Nord attende: ulteriori verifiche a Pesaro, a Torrette due giorni per riorganizzare i turni
I sanitari no vax ritornano in corsia, Marche Nord attende: ulteriori verifiche a Pesaro, a Torrette due giorni per riorganizzare i turni
di Martina Marinangeli
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Giovedì 3 Novembre 2022, 01:55 - Ultimo aggiornamento: 15:05

ANCONA - Centinaia di mail sono arrivate via pec in questi ultimi giorni al personale sanitario fin qui esonerato dal lavoro per non aver aderito all’obbligo di profilassi contro il Covid. È la comunicazione che riapre le porte degli ospedali a medici, infermieri, operatori socio sanitari, tecnici ed ausiliari no vax, da ieri tornati in corsia. Una decisione, quella del rientro anticipato, presa dal nuovo ministro della Salute Orazio Schillaci e tradotta in una normativa adottata «in vista della scadenza al prossimo 31 dicembre delle disposizioni in vigore e della preoccupante carenza di personale medico e sanitario segnalata dai responsabili delle strutture sanitarie e territoriali», aveva fatto sapere il titolare del dicastero. 


I numeri


Nelle Marche, i dati aggiornati al 31 ottobre parlano di 132 sanitari in totale rimasti finora ai box per inosservanza dell’obbligo vaccinale, distribuiti tra le quattro aziende ospedaliere. Nelle cinque Aree vaste dell’Asur sono 82 i no vax che vengono reintegrati, di cui quattro medici, 28 infermieri, 46 tra oss e quattro ostetriche. La direttrice generale Nadia Storti ha inviato ai cinque direttori di Av, tra lunedì e martedì, la comunicazione per il reintegro del personale, così come ha fatto il dg Gianni Genga all’Inrca, dove erano sospesi in 10 (un medico, sei infermieri, due fisioterapisti ed un oss). «Sono tutti tornati a lavoro - fa sapere il dg -. La normativa prevede misure precauzionali dove si ritiene siano necessarie. Per esempio in presenza di soggetti particolarmente fragili. Ma per il resto la legge non prevede periodi di transizione, dunque sono stati reintegrati». Nell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche (Torrette), invece - dove il pallottoliere dei sanitari non vaccinati contava due dirigenti medici, 13 infermieri, sei oss, tre ausiliari socio assistenziali e quattro operatori tecnici - è stato dato «un margine di 2-3 giorni per tornare in turno perché per alcune posizioni erano già coperti ed è stata demandata ai primari la riorganizzazione», spiega il direttore amministrativo di Torrette Antonello Maraldo.


Negli ospedali


Negli ultimi due giorni negli uffici di Torrette si sono succeduti incontri per organizzare il rientro senza intoppi. «Emanato il decreto, con la scadenza della sospensione anticipata da fine anno al primo novembre - prosegue il direttore amministrativo - ho incontrato gli altri dirigenti (direzione medica, servizio prevenzione e protezione, personale, professioni infermieristiche, direttore sanitario) per valutare se prima del reintegro gli interessati dovessero essere sottoposti a visita medica preventiva come nei casi di malattia lunga». Un controllo improntato alla massima prudenza che però ha portato alla conclusione che «la visita preventiva non fosse obbligatoria: dunque i sospesi possono riprendere il loro posto nei reparti, tenendo conto delle esigenze organizzative e della necessità di usare i dispositivi di protezione individuale». Si prende invece del tempo l’azienda ospedaliera Marche Nord, dove al 31 ottobre il totale dei sanitari non in regola con la profilassi anti Covid era di 12 unità, di cui nessun medico: si tratta di nove infermieri, due oss ed un tecnico di laboratorio. Nel nosocomio del Pesarese si è deciso che, prima di farli tornare in corsia, vanno verificate le direttive settore per settore. Dunque ci vorrà qualche giorno in più per rendere definitivo il reintegro. Intanto, il trend della pandemia conferma l’impatto ormai limitato negli ospedali. A ieri, erano 143 i pazienti Covid ricoverati, di cui otto in terapia intensiva, due in semintensiva e 133 in reparti non intensivi, oltre ai 20 in osservazione nei pronto soccorso. È l’inizio della nuova era post emergenza. 

 

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