L'infettivologo Andrea Giacometti: «Ben venga il reintegro. Mai stato d’accordo con l’obbligatorietà. C’è necessità di personale in corsia»

L'infettivologo Andrea Giacometti: «Ben venga il reintegro. Mai stato d accordo con l obbligatorietà. C è necessità di personale in corsia»
L'infettivologo Andrea Giacometti: «Ben venga il reintegro. Mai stato d’accordo con l’obbligatorietà. C’è necessità di personale in corsia»
di Martina Marinangeli
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Giovedì 3 Novembre 2022, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 11:14

Andrea Giacometti, primario della Clinica di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera universitaria delle Marche: il personale sanitario che non si è vaccinato contro il Covid può ora tornare in corsia. È d’accordo?
«L’obbligo vaccinale è sempre una cosa un po’ estrema. Io sono tra quelli che raccomandano il vaccino. La stragrande maggioranza dei sanitari ha accolto questa indicazione e si è vaccinata, anche con la quarta dose».
Dunque è d’accordo con il reintegro?
«Sì, sono d’accordo. Non mi piace l’obbligatorietà». 
Non si crea un rischio maggiore per i pazienti permettendo a chi non è vaccinato di tornare in corsia?
«Se in ospedale noi sanitari manteniamo l’uso della mascherina, direi di no. Anche se una persona fosse positiva, non trasmetterebbe il virus perché il Covid esce dal naso e dalla bocca, che sarebbero coperte. Usare la mascherina rende possibile il reintegro di chi era stato esonerato. E poi c’è un’altra questione».
Ovvero?
«Negli ospedali manca il personale. Ci servono medici, infermieri, ausiliari: quelli che verranno reintegrati non saranno tantissimi, ma almeno sono persone in più che danno una mano, cosa ancora più importante ora che stiamo andando incontro alla stagione invernale».
Questo stop all’obbligo vaccinale anti Covid non manda il messaggio che ha fatto bene chi fin qui non si è adeguato alle regole?
«Ormai siamo quasi al triennio di pandemia: qualcosa è cambiato. E secondo me siamo cambiati noi».
Può spiegare?
«Cinquanta milioni di italiani hanno fatto le due dosi e 40 milioni anche la terza. Più di 23 milioni hanno avuto l’infezione. Questo ci ha cambiato. Nel mio reparto, con la metà dei posti letto teniamo benissimo, non siamo più in emergenza. Lo scorso anno e quello precedente, c’erano sempre i rianimatori nel reparto. Ora no».
Tradotto: la situazione è migliorata e quindi non è un problema far tornare anche chi non si è vaccinato?
«Il messaggio di ottimismo è reintegrare i sanitari non vaccinati. Non bisogna essere vendicativi: siamo sempre rimasti in buoni rapporti con questi colleghi. Abbiamo rispettato la loro decisione allora e adesso è il momento di andare avanti. Non possiamo diventare schiavi di questa pandemia».
 

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