Matelica-Acqualagna: quei progetti assurdi sul percorso di Mattei

Matelica-Acqualagna: quei progetti assurdi sul percorso di Mattei
Matelica-Acqualagna: quei progetti assurdi sul percorso di Mattei
di Veronique Angeletti
4 Minuti di Lettura
Domenica 30 Agosto 2020, 06:50

ANCONA  - Vittorio Merloni, il più grande sostenitore della Pedemontana, disse negli anni ‘90 che non l’avrebbe mai vista realizzata. E così, purtroppo, accadde. La strada di Enrico Mattei, quella che doveva collegare rapidamente Matelica - città di residenza del fondatore dell’Eni - alla sua città natale Acqualagna è rimasta quasi tutta nel cassetto. Solo adesso si sta realizzando il primo lotto, quello fino a Fabriano, come prolungamento della Muccia-Matelica. Di tentativi ce ne sono stati diversi: le tracce si vedono nei monconi di gallerie costruite nel nulla in piena campagna fabrianese direzione Sassoferrato e anche nella bella rotatoria di Cagli Est per accedere alla provinciale che va a Roma. 


 
Ma, più di tutto, la Sassoferrato-Cagli è un insieme di disegni nati già vecchi dove è stata tracciata una lingua di asfalto di 27 chilometri con - udite, udite - soltanto una carreggiata a due corsie, alternata da 17 viadotti e 16 tunnel. Ciò significa che, anche se il progetto venisse mai realizzato, basterebbe un modestissimo ostacolo per bloccare i mezzi transitanti lungo quel tracciato: un’assurdità. Cosa ancora più assurda: la strada in questione diminuirebbe solo di una manciata di minuti il viaggio che attualmente si compie con la viabilità esistente. Insomma, la strada di Enrico Mattei è rimasta nel libro dei sogni (e per un certo verso è un bene) ma con essa è venuto a mancare il dorso del sistema a pettine, vanto di una viabilità marchigiana dove quasi tutte le strade veloci portano soltanto al mare. «La Pedemontana – osserva l’ingegnere Alberto Paccapelo, ex dirigente dell’urbanistica della Provincia di Pesaro Urbino – è la strada intervalliva che unirebbe le alte terre delle Marche andando a sostegno dell’economia e della mobilità nell’entroterra e avrebbe forse potuto fare la differenza nelle decisioni di vivere in questi comprensori mitigando lo spopolamento. Oggi, purtroppo, questi 27 chilometri tra Cagli e Sassoferrato richiederebbero un ingente sforzo economico, molto più di quello stimato nel 2014 di 532 milioni di euro, e una nuova progettazione per adeguarsi alle normative attuali e trasformarli in un tracciato che davvero faccia la differenza con l’attuale strada (la nuova ha due corsie di 3,5 metri e una banchina di 1,5 m ndr)».

Anche se, a suo giudizio, due tratti meriterebbero di essere realizzati perché a servizio dei lavoratori e dei pendolari. «Quello tra le zone industriali di Cagli e il bivio per Frontone dove abbiamo già realizzato una rotatoria a Cagli Est, allo svincolo con la Flaminia che porta fino ad Acqualagna, e tra la zona industriale sentinate della Berbentina e la zona artigianale di Serra Sant’Abbondio da cui è facile raggiungere Pergola». Costo: meno di 100 milioni. Migliorie che fanno comodo a Gubbio, Urbino e Fano. Per capire la logica va considerato il cambio di mobilità in atto verso la costa marchigiana. La “Foligno Beach” e la “Perugia Mare” (ossia la Foligno-Civitanova Marche e la direttissima Perugia-Ancona) sottraggono alla Contessa e dunque alla Gubbio-Fano, i flussi umbri verso il mare pesarese. Un problema preso di petto a fine aprile 2017 da un’intesa tra la capitale del Medioevo e quella del Rinascimento che coinvolse l’Unione Montana del Catria Nerone. L’asse chiedeva gli stessi diritti al potenziamento dati al centro sud delle Marche tra cui il proseguimento della Fabriano–Matelica nel tratto Fabriano-Sassoferrato-Cagli e dunque accendeva, di nuovo, i riflettori sulla strada di Enrico Mattei. 

In sostanza chiedeva alla regione Marche e alla provincia di Pesaro Urbino di impegnarsi «per agire affinché le due regioni promuovessero una politica mirata sui collegamenti tra l’Alta Umbria e Pesaro Urbino».

Mettendo anche in evidenza che se la Fano-Grosseto richiedeva 1.800 milioni, ne bastavano meno di 200 per ottimizzare la strada della Contessa tra Gubbio e Cagli. Cifra calcolata da uno studio della Fondazione della Cassa di Risparmio di Gubbio. Tre anni sono passati, l’asse non ha cambiato di una virgola la sorte della Pedemontana collegata alla Flaminia. Apprezziamo almeno lo sforzo fatto. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA