Welfare nella media, ma i nostri giovani non sono fannulloni

I Neet under 35 sono il 16%, molto meno della media nazionale (21,8%).

Welfare nella media, ma i nostri giovani non sono fannulloni
Welfare nella media, ma i nostri giovani non sono fannulloni
di Lorenzo Sconocchini
3 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Marzo 2023, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 15:25

ANCONA - A metà classifica per la qualità dell’offerta sanitaria e la capacità di risposta del sistema socio-assistenziale, rispettivamente al 10° e il 13° posto tra tutte le regioni italiane, le Marche si piazzano nella parte più alta (8° posto) sia per il tasso di disoccupazione (7,3%) che per l’incidenza della povertà relativa familiare (6,8%). E addirittura sfioriamo il podio per la minor percentuale (16% contro una media nazionale del 21,8%) dei cosiddetti giovani Neet, ragazze e ragazzi tra i 15 e i 34 anni al momento inattivi sia nel lavoro, che nell’istruzione o formazione. Di giovani fannulloni, nelle Marche, ce ne sono davvero meno che altrove.


Politiche sociali


Non esce davvero male l’immagine della nostra regione fotografata dalle classifiche del “Welfare Italia Index 2022”, il monitoraggio che prende in considerazione ambiti di politiche sociali, sanità, previdenza e formazione e consente di identificare, a livello regionale, i punti di forza e le criticità dove intervenire.

Si tratta di un’indagine realizzata da “Welfare, Italia”, think tank nato su iniziativa di Unipol Gruppo in collaborazione con The European House–Ambrosetti. Il Welfare Italia Index è basato su 22 tra indicatori di spesa pubblica e privata in welfare, che misurano le risorse allocate in un determinato territorio (come la quota pro-capite del Fondo Sanitario Nazionale o l’assegno pensionistico medio) e indicatori strutturali del contesto socio-economico in cui si inserisce la spesa in welfare, come tasso di disoccupazione o quota di famiglie povere.

Quanto agli indicatori di spesa, le Marche si piazzano all’8° posto (su 21 tra Regioni e province autonome) per il contributo medio in pensioni integrative (2.450 euro sopra la media), mentre per gli indicatori strutturali, oltre alla presenza sotto media dei giovani Neet, si registra una buona posizione per numero di alloggi popolari, con 45,6 ogni 100 mila abitanti contro una media italiana di 30,2). Rispetto al 2021, le Marche segnano un lieve miglioramento per la disoccupazione di over 15, dal 7,4% al 7,3%, e diminuisce significativamente l’incidenza della povertà relativa familiare, dal 9,3% del 2021 (13° posto) al 6,8% del 2022 (8°).


Part time femminile


Marche decime invece per tasso di part-time femminile involontario (63,8%, nella media), mentre la quota di cittadini inattivi su popolazione in età lavorativa over 34 anni è al 45,8%, 7 punti in meno della media nazionale. Da registrare, in un quadro di performance nella media nella maggior parte degli altri indicatori strutturali, un peggioramento nel tasso di dispersione scolastica (dall’8° posto all’11°) e nell’indice che misura lo stato di salute dei marchigiani (dal 3° al 9° posto). Il report fa notare che le Marche sono tra le regioni con il maggior numero di pensionati: 29 ogni 100 abitanti, contro una media italiana di 27,1.


Quanto agli ammortizzatori sociali, siamo al 6° posto per beneficiari del sussidio di disoccupazione Naspi (5,1%, pari alla media nazionale), al 12° per spesa in servizi sociali pro capite (114 euro, contro una media di 152) e all’11° per spesa previdenziale media su popolazione over 65 (1.141 euro, media nazionale a 1.115). Per spesa in reddito e pensione di cittadinanza, le Marche sono al 14° posto, impiegando 6,1 euro mensili per abitante rispetto a una media nazionale di 12,7. La spesa pubblica per l’istruzione e la formazione è pari al 3,9% del Pil regionale (media nazionale al 4,0%). 

© RIPRODUZIONE RISERVATA