Concessioni, proroga in bilico e i balneari scendono in trincea: «Basta prenderci in giro»

Concessioni, proroga in bilico e i balneari scendono in trincea: «Ora basta prenderci in giro»
Concessioni, proroga in bilico e i balneari scendono in trincea: «Ora basta prenderci in giro»
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Domenica 26 Febbraio 2023, 04:45

ANCONA  - Caos balneari. Con una lettera inviata ai presidenti di Camera e Senato, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha elencato una serie di gravi rilievi sul decreto Milleproroghe in merito alla proroga a fine 2024 delle concessioni, che espone l’Italia ad una quasi certa procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea.

La proroga - fortemente voluta da Lega e Forza Italia, digerita da Fratelli d’Italia e su cui il Governo ha chiuso un occhio, pur conscio che il monito del Capo dello Stato sarebbe stato più che probabile - va in rotta di collisione con le sentenze del Consiglio di Stato che imponevano come deadline il 2023, per partire con le aste nel 2024. 


Le valutazioni

Ora l’Esecutivo Meloni sta valutando di rivedere i termini della legge e, ancora una volta, il settore si ritrova nell’incertezza più totale.

Ora, condita anche da un avvitamento politico che rischia di spaccare la maggioranza. È il caos. Anche perché, fa notare Sandro Assenti, presidente regionale di Confesercenti Marche, «ormai è impossibile fare le gare nel 2023, non ci sono i tempi tecnici. L’ex premier Mario Draghi aveva detto che entro il 28 febbraio dovevano essere fatti i decreti attuativi per stabilire i criteri oggettivi alla base delle evidenze pubbliche. Siccome non è avvenuto, ormai i tempi sono saltati a prescindere da quello che dice il Capo dello Stato».

Un problema nel problema, insomma: «Il settore è impreparatissimo. Se il Governo dovesse davvero decidere di eliminare la proroga al 2024 delle concessioni, sarebbe una mazzata per il comparto. Oltre il danno, la beffa». Proroga o no, le gare vanno fatte. Su questo, ormai, quasi tutti nel settore si sono messi il cuore in pace. E c’è chi cerca di guardare al bicchiere mezzo pieno. «Il monito del Presidente Mattarella potrebbe essere una buona occasione per spingere il Governo a chiudere una questione che va avanti da oltre 10 anni - osserva Romano Montagnoli, Presidente regionale Sib -Confcommercio -. Da quando c’è la direttiva Bolkestein, si sono succeduti sette Governi, che hanno sempre buttato la palla in tribuna. Adesso è ora di trovare una soluzione: è una riforma che chiediamo anche noi perché non si può stare così a lungo nel limbo».

Va di pragmatismo: «Ora mettiamoci le mani una volta per tutte, nel modo più equo possibile, salvaguardando gli investimenti e gli imprenditori che li hanno fatti. Abbiamo perso 12 anni e oggi i nodi sono venuti al pettine», l’amara considerazione. Ma l’auspicio di partenza, viene condiviso anche da Mauro Mandolini, presidente di Balneari Confartigianato Ancona- Pesaro e Urbino: «Speriamo che così si accelerino le tempistiche per istituire immediatamente un tavolo tecnico per scrivere i decreti attuativi e mettere in sicurezza le nostre imprese. Una volta che abbiamo una legge alla base, possiamo poi chiedere tempo per fare le procedure di evidenza pubblica con tutti i crismi necessari. Basta perdere tempo». 


Il rammarico


C’è rammarico nelle parole di Mandolini: «Con un po’ di tempo in più, avremmo potuto fare le cose con calma. Andando di fretta, si rischia di farle male. Siamo in una situazione che non auguriamo a nessuno». Poi la stoccata: «Ci sentiamo presi in giro. Per anni si è cercato di eludere un problema che ora ci viene a chiedere il conto. La soluzione che oggi dobbiamo trovare in fretta e furia avremmo potuto elaborarla bene nei tempi giusti». Si concentra invece su un dettaglio tutto fuorché irrilevante Antonio Bianchini, Cna Balneari: quello della mappatura delle spiagge: «Già il Governo Draghi aveva lavorato per farle, perché il tema della “risorsa scarsa” va a determinare la possibilità o meno che sia rispettato il criterio della concorrenza. Noi riteniamo che la risorsa non sia scarsa, ma solo con la mappatura possiamo dimostrarlo. L’anno in più della proroga poteva servire a questo». E, a tal proposito, la domanda sorge spontanea: «I Comuni sono in grado di preparare le gare in soli 9 mesi, senza neanche avere ancora le regole precise per farle? Io non credo».


 

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