ANCONA Sono 1.142 i nuovi procedimenti istruttori avviati dalla procura della Corte dei Conti nel 2022, con 45 inviti a dedurre per un danno erariale complessivo da più di 13 milioni e 23 citazioni a giudizio con una contestazione da 2,6 milioni. È questa la fotografia scattata ieri dalla procuratrice Alessandra Pomponio nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti. La cerimonia si è svolta nella cornice della Loggia dei Mercanti. Con i nuovi procedimenti avviati è salito a 8.637 il numero dei fascicoli in gestione, a fronte dei 8.262 fascicoli iscritti a inizio 2022: nonostante le molte archiviazioni (922), le istruttorie sono in continuo aumento.
La caccia
E continua anche l’annosa caccia al recupero delle somme da incamerare dopo le sentenze di condanna. «Alla data del 31 dicembre 2022, con riferimento a crediti liquidati a far data dall’anno 1994, sono ancora in corso procedure di recupero per 25.841.502 euro, derivanti da sentenze di condanna definitive di anni precedenti» ha detto la procuratrice Pomponio.
Le risorse Ue
Un’altra sfida sarà l’arrivo dei fondi del Pnrr, per cui gli organi inquirenti dovranno tenere alta l’attenzione. «Sarà necessario operare - ha detto Pomponio - con il massimo rigore, evitando che le ingenti risorse pubbliche stanziate dall’Europa a beneficio della collettività amministrata possano andare sprecate e, magari, anche a vantaggio della criminalità organizzata. Per l’attività della sezione giurisdizionale, guidata dal presidente Camillo Del Rosario subentrato ad ottobre dopo la quiescenza ad agosto 2022 di Luisa Motolese, sono state 34 le udienze e camere di consiglio, con 38 sentenze emesse di cui 13 in materia di responsabilità e 25 giudizi di conto, oltre a 18 ordinanze istruttorie e 202 decreti. Per quanto riguarda le sentenze di condanna emesse nel 2022, una ha riguardato un ormai ex dipendente del Comune di Fossombrone (è andato nel frattempo in pensione) condannato a pagare 31mila euro. Il motivo? Stando all’accusa si sarebbe illecitamente appropriato di somme versate dai cittadini per i canoni dei loculi cimiteriali. L’inghippo è stato scoperto quando, al momento del pagamento del rinnovo (che di solito è ventennale), i cittadini si sono sentiti dire dal Comune che non risultava alcun loculo a loro nome. Dagli accertamenti è emerso il mancato riversamento di somme pagate in contanti in almeno dieci occasioni, come documentato dalle informazioni assunte e dai riscontri contabili.
L’altro caso
Un’altra condanna riguarda un’ex dipendente dell’ospedale Mazzoni di Ascoli, all’epoca dei fatti impiegato alla cassa del Cup. Tra il 2009 e il 2011 avrebbe incassato i soldi degli utenti. La condanna, in sede penale a un anno e mezzo di reclusione, è diventata definitiva. Per cui, è stato contestato dall’azienda sanitaria il danno di immagine, riconosciuto dai giudice: l’ex dipendente dovrà pagare 15mila euro. Il danno erariale contestato si aggirava attorno ai 36mila euro.
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