Reddito di civiltà, da Ascoli a Macerata i sostegni rivisti in salsa marchigiana

Reddito di civiltà, da Ascoli a Macerata i sostegni rivisti in salsa marchigiana
Reddito di civiltà, da Ascoli a Macerata i sostegni rivisti in salsa marchigiana
di Maria Cristina Benedetti
3 Minuti di Lettura
Sabato 25 Febbraio 2023, 04:00

ANCONA - Ascoli fa da apripista, Macerata segue l’esempio e il premier Giorgia Meloni si ispira per correggere il tiro del reddito di cittadinanza. Cambiando il complemento di specificazione, diventa “di civiltà”, per lanciare un progetto che si rivolge a coloro che, per età anagrafica, faticano a riconquistare spazio nel mondo del lavoro, pur avendone diritto e capacità. Era aprile dell’anno scorso quando a Palazzo Arengo, sede del Comune ascolano che con il governo nazionale condivide la linea politica di centrodestra, trovarono la formula alternativa e le risorse necessarie per metterla in pratica: 48mila euro per sei mesi. 


La condizione 


L’obiettivo era aiutare i nuclei familiari residenti in città e in difficoltà economica, senza altre misure di sostegno o ammortizzatori sociali. E via con l’avviso pubblico per la presentazione delle domande sulla base delle quali si individuarono i primi 20 beneficiari ai quali, a fronte di una attività svolta - condizione improrogabile - sarebbero andati 400 euro al mese per sei mesi, con un impegno di 18 ore settimanali. Che siano lavori svolti all’interno del Comune o in aziende partner non avrebbe fatto la differenza. Scattata lo scorso dicembre, la prova d’autore terminerà il prossimo giugno e c’è tutta l’intenzione di replicarla. 


Una misura, spiega il sindaco ascolano Marco Fioravanti di Fdi, che non ha nulla a che fare con l’assistenzialismo. La soddisfazione del primo cittadino non si contiene: a sentir lui, la Meloni si sarebbe rifatta al suo modello per rimodulare il reddito di cittadinanza. La solidarietà ha sponde ben definite. Per stilare la graduatoria sono stati considerati criteri quali, tra gli altri, il numero di figli iscritti all’università fuori provincia o il mutuo in corso per il pagamento della prima casa. 


L’occasione 


I diktat: i cittadini devono essere residenti in città, di età non superiore ai 65 anni, disoccupati, che non percepiscano assicurazione sociale per l’impiego o altri ammortizzatori erogati in caso di disoccupazione involontaria, né siano titolari di trattamenti pensionistici o assistenziali, con un Isee pari o inferiore a 13.500 euro e che abbiano cessato un’attività lavorativa per motivi differenti dalla giusta causa o dimissioni volontarie.

Al termine dei sei mesi, quell’occasione potrebbe diventare un’occupazione a tutti gli effetti. 


La replica 


Macerata segue le tracce. A seguire da vicino la pratica del reddito di civiltà è la vice sindaco di Fratelli d’Italia, nonché assessore alle politiche sociali Francesca D’Alessandro. Le strada è segnata: la giunta ha dato, nei giorni scorsi, l’ok alla delibera con le linee guida e il perimetro entro il quale agire. Le prime erogazioni sono previste a partire da marzo. Il Comune per ora stanzierà 60mila euro. La regola è la stessa: ogni soggetto beneficiario prenderà 400 euro al mese con il progetto, che prevederà sempre 18 ore settimanali di attività per sei mesi. Le possibili sedi lavorative anche qui potranno essere aziende, consorzi privati e pubblici, associazioni, enti del terzo settore e il Comune. Vale come sopra: cittadini italiani, comunitari o extracomunitari, in possesso della carta di soggiorno, d’età compresa tra i 45 e i 65 anni che siano residenti a Macerata da almeno 5 anni in maniera continuativa. Il vantaggio sarà concesso solo a una persona per ogni nucleo familiare ed è vietato cumulare con altri interventi di sostegno. La selezione avverrà attraverso la pubblicazione di un avviso e la successiva redazione di una graduatoria. La Meloni prende nota.

© RIPRODUZIONE RISERVATA