Reddito di cittadinanza: altri 560 casi al setaccio, 4 su 10 sono irregolari. Task force dell'Inps: ecco chi è nel mirino

Reddito di cittadinanza: altri 560 casi, 4 su 10 sono irregolari. Task force dell'Inps: ecco chi è nel mirino
Reddito di cittadinanza: altri 560 casi, 4 su 10 sono irregolari. Task force dell'Inps: ecco chi è nel mirino
di Andrea Taffi
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Giovedì 17 Giugno 2021, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 08:41

ANCONA - Il tema c’era, c’è e continua a esserci tutto. Il terzo step dei controlli portati avanti dall’Inps Marche sull’erogazione del reddito di cittadinanza sul territorio regionale continua a rappresentare uno spaccato molto frastagliato (al limite inferiore del preoccupante) sulla funzione concreta dell’assegno nato come misura di politica attiva per contrastare povertà ed esclusione sociale con l’obiettivo finale di formare lavoratori e reinserirli nel mercato dell’occupazione. 

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I primi sei mesi di lavoro

Dopo i 1000 casi esaminati tra settembre e marzo, i report di via Ruggeri riportano in sintesi di quattro casi irregolari su 10 monitorati su un campione di 560 percettori. Il dato freddo va disaggregato perché il campione è misto e non casuale tout court rispondendo a una logica costruttiva con cui Inps sta portando avanti il suo lavoro. L’intento, da un lato è garantire la misura assistenziale con celerità ricorrendo in via pressoché esclusiva alle autocertificazioni e dall’altro imporre ai beneficiari precisi obblighi da adempiersi nelle forme e nei modi dalla legge previsti a pena di decadenza, sanzioni amministrative e penali. Nel terzo step di controlli il faro della task force dell’ente si è concentrata sulle liste inviate dalla direzione centrale Inps a tutte le strutture territoriali. Inizialmente questa attività ha riguardato un campione di domande la cui istruttoria è stata sospesa per la verifica del requisito della residenza decennale sul territorio italiano. 
Il nuovo campione
Su 457 posizioni ne sono risultate irregolari 183, pari al 40 % del totale. Un ulteriore controllo è stato effettuato su percettori Rdc per i quali la direzione centrale ha verificato la presenza di attività di lavoro dipendente del richiedente e/o di un componente del nucleo, attività non dichiarata o in alcuni casi tardivamente dichiarata. Infine, l’attivazione della convenzione nazionale con l’Aci per la verifica del possesso di auto e moto non compatibili con il diritto al reddito di cittadinanza ha consentito di avviare controlli veloci anche in merito a questo requisito.
Il risultato finale
Risultato finale: su un campione di 100 domande esaminate estratte con modalità totalmente casuale il 40% è risultato irregolare e ha comportato la revoca del beneficio per dichiarazioni mendaci principalmente in ordine alla composizione del nucleo e allo svolgimento di attività di lavoro dipendente o autonomo non dichiarata. Fin qui i risultati. Il vero obiettivo della storia se da una parte è salvare risorse su cui si fiondano i furbetti di turno dall’altra è educare il dialogo tra i dati presenti nelle varie banche dati delle diverse pubbliche amministrazioni, stante la “leggerezza” con la quale sono state rese le autodichiarazioni esaminate. Questo è un problema di secondo livello non di poco conto su cui si è lavorato molto per aumentare e perfezionare le forme di collaborazione. Dagli uffici Immigrazione delle questure ai Comuni alla collaborazione e le procure la rete in questo modo si infittisce e acquisisce sempre maggiore efficacia. 
Il legame con la finanza
Di più: si sta affinando una stretta collaborazione con la guardia di finanza che dispone di strumenti di analisi, conoscitivi e di intervento molto forti per una prestazione strettamente collegata allo status reddituale e patrimoniale del soggetto consente di individuare molteplici situazioni di dichiarazioni sostitutive uniche non veritiere e spesso consente di porre l’attenzione anche su ulteriori fenomeni degni di attenzione non strettamente collegati alla percezione del reddito di cittadinanza con un volano moltiplicatore nelle capacità di individuazione di fenomeni illegali. Stesso affinamento include i patronati e i Caf con l’inizio di tavoli tecnici che si sono tenuti a partire da fine aprile. 
Andrea Taffi
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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