Partenza rebus per quasi 198mila studenti marchigiani: «Nelle scuole 5mila precari. Sono troppi»

Partenza rebus per quasi 198mila studenti marchigiani: «Nelle scuole 5mila precari. Sono troppi»
Partenza rebus per quasi 198mila studenti marchigiani: «Nelle scuole 5mila precari. Sono troppi»
3 Minuti di Lettura
Sabato 9 Settembre 2023, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 11:31

ANCONA -  Troppi precari, per la scuola marchigiana, che mercoledì prossimo riapre i battenti dopo la pausa estiva. L’allarme viene dalla Uil Scuola Rua Marche, che giovedì si è riunita all’Hotel Federico II di Jesi alla presenza del Segretario generale Giuseppe D’Aprile. Gli insegnanti con contratto a termine, secondo il sindacato, sono oltre 4.800 di cui 2800 assunti su posti di sostegno. È l’allarme lanciato dalla Uil Scuola Rua Marche nel corso del Consiglio regionale della categoria che si è tenuto ieri pomeriggio all’Hotel Federico II di Jesi alla presenza del Segretario generale Giuseppe D’Aprile. 


La suddivisione


Una scuola, quella marchigiana, che si presenta al via con 197.716 studenti suddivisi in Infanzia (25.844), Primaria (57.411), Secondaria di I grado (39.853) e Secondaria di II grado (73.608). «Il Ministero dell’Istruzione e del Merito – ha detto Antonio Spaziano, segretario generale della Uil Scuola Rua Marche - ha autorizzato solo 900 assunzioni a tempo indeterminato rispetto a un fabbisogno marchigiano di 1.300 posti, solo considerando quelli in organico di diritto. A questi si aggiungono i 4.800 supplenti con contratti annuali e al 30 giugno assegnati attraverso l’ormai noto algoritmo, un sistema che continua ad avere la grave responsabilità di indurre le persone in errore con delle scelte fatte al buio, eludendo quel principio del legittimo affidamento nel rapporto con la pubblica amministrazione».

Per quanto riguarda il personale ATA (amministrativi, tecnici e ausiliari) sono previste 322 assunzioni a tempo indeterminato su 894 disponibilità, che porta a oltre 5mila il totaole dei precari. «Ma la scuola – prosegue Spaziano - continua ad essere sotto attacco. Il progetto di autonomia differenziata, ovvero la regionalizzazione del sistema scolastico, sta proseguendo il suo percorso e a questa si aggiunge l’applicazione dei nuovi parametri numerici per la determinazione delle autonomie scolastiche prevista dalla Legge di bilancio che nei prossimi porterà al ridimensionamento delle Istituzioni scolastiche con il conseguente taglio di Dirigenti scolastici e dei Direttori amministrativi»
Un incontro, quello di giovedì a Jesi, organizzato anche per ribadire le ragioni del no al rinnovo del contratto nazionale. «Abbiamo parlato con i lavoratori, le nostre Rsu - ha detto D’Aprile -.

Con loro abbiamo parlato dell’ipotesi contrattuale istruzione e ricerca sottoscritta a luglio, analizzando sia i punti su cui siamo d’accordo sia quelli che non approviamo. Tra i punti più controversi: il nodo politico sulla mobilità, la mancata valorizzazione del personale Ata, la precarizzazione del lavoro delle segreterie, l’assenza di riferimenti risolutivi sulle scuole italiane all’estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali, che non convince».

© RIPRODUZIONE RISERVATA