Incubo liste d’attesa infinite. E le ecografie ormai sono diventate un miraggio

Incubo liste d’attesa infinite. E le ecografie ormai sono diventate un miraggio
di Martina Marinangeli
4 Minuti di Lettura
Giovedì 15 Settembre 2022, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 17:50

ANCONA  - Un problema atavico su cui il Covid si è abbattuto come una scure. Il recupero delle liste d’attesa per le prestazioni sanitarie ha già scalato rapidamente la classifica delle priorità nella to do list del settore e, nel post emergenza pandemica, rappresenta una delle sfide principali per la Regione.

Questione a cui si somma quella degli accessi ai pronto soccorso che troppo spesso si traducono in lunghissime attese nelle sale d’aspetto.

Per farsi trovare pronto alla delicata prova che deve affrontare, Palazzo Raffaello ha anche deliberato il disco verde all’accordo di collaborazione tra l’Agenzia regionale sanitaria e l’Università Bicocca di Milano per il progetto di analisi del fabbisogno sanitario e dei modelli di gestione dei tempi di attesa e degli accessi in pronto soccorso. 


Il progetto
Progetto che «consiste nell’analisi e valutazione della domanda della popolazione marchigiana e della capacità di risposta delle strutture di erogazione del Sistema sanitario regionale - si legge nella delibera 1088 del 5 settembre - in relazione delle prestazioni specialistiche e di ricovero, anche con riferimento alle situazioni di urgenza ed emergenza. Un interesse comune sia per la sua rilevanza collettiva, sia perché consente di valorizzare l’esperienza che entrambi gli enti hanno maturato su questo tema».

Considerato che l’Università Bicocca, tramite il dipartimento di Medicina e Chirurgia, ha maturato nel corso degli ultimi anni una «documentata competenza nella messa a punto, validazione e implementazione di modelli di stratificazione della popolazione per livello di complessità del bisogno assistenziale», prosegue il documento, la Regione ha pensato di farsi dare una mano. Ma qual è la situazione delle liste d’attesa nelle Marche? Nella precedente legislatura, era stata introdotta la cosiddetta lista di garanzia (misura grazie alla quale, se al momento della prenotazione non ci dovesse essere posto, accettando l’inserimento si verrebbe chiamati direttamente dal Cup, che trova un appuntamento nel tempo previsto dalla ricetta), ma con la compressione dell’attività ordinaria degli ospedali per gestire i pazienti Covid, i tempi si sono dilatati.

Le prestazioni si suddividono in tre categorie: brevi (prescrizione che deve essere fornita in un tempo non superiore a 10 giorni dalla prenotazione), differite (entro 30 o 60 giorni, a seconda del tipo di accertamento) e programmabili, cioè quelle visite o quegli esami, magari di controllo periodico, che non hanno carattere di urgenza. Anche qui però esiste un tempo massimo di 180 giorni. Tra le prestazioni monitorate dal ministero della Salute, alcune sembrano essere più a corto di posti di altre.


Il quadro
Verificando le disponibilità tramite Cup alla data di ieri, si può notare come per un’ecografia ostetrica, ad esempio, scatti la lista di garanzia per tutte e tre le categorie (breve, differita e programmabile). Va poco meglio in caso di eco(color)doppler degli arti: per le brevi c’è un solo posto disponibile a Fossombrone, mentre per le differite il numero sale a 21 posti, ma solo per la fascia pediatrica 0-16 anni al Salesi di Ancona. Per la fotografia del fundus, si viene inseriti nelle liste di garanzia sia nel caso di prescrizione breve che differita. Ma anche per le prime visite la coperta è corta: per quella andrologica sono disponibili tre posti per le brevi, mentre per le differite scatta la lista di garanzia; nel caso di prima visita chirurgica vascolare, invece, si finisce in lista di garanzia già nelle brevi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA