Marche, regolamento di edilizia popolare nel mirino dell’Anpi: «Assurdo sfavorire chi non è marchigiano»

Case popolari a San Benedetto
Case popolari a San Benedetto
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 2 Febbraio 2022, 10:32

ANCONA - «Quando pensiamo di poter fare le graduatorie per l’assegnazione delle case di edilizia popolare escludendo o sfavorendo le persone che non hanno sangue marchigiano, forse dovremmo riflettere ancora, ancora e ancora, sulle ragioni della Giornata del 27 gennaio». Parole che rimbombano come un tuono tra i banchi dell’assemblea legislativa - riunita ieri per commemorare le vittime della Shoah – quelle di Ruggero Cinti, del coordinamento Anpi Marche, intervenuto in sostituzione del presidente Claudio Maderloni che era assente per impegni familiari. 

 
La critica
Pur non citandolo direttamente, infatti, il bersaglio della reprimenda è sembrato essere il Regolamento regionale per l’assegnazione degli alloggi popolari, approvato lo scorso luglio, e la cosa non è passata inosservata tra gli scranni della maggioranza.

L’articolato, nato dalla fusione di due proposte di legge a firma Lega e Fratelli d’Italia – due partiti che hanno fatto del tema una delle principali bandiere politiche –, tra le altre cose, riserva una quota di abitazioni agli appartenenti alle Forze dell’ordine, innalza la soglia di premialità per anzianità di residenza (sebbene, ad onor del vero, vada detto che il criterio di residenza nelle Marche per l’accesso agli alloggi Erp era già previsto nella normativa regionale vigente) e introduce, per i richiedenti extracomunitari, l’obbligo di presentazione della certificazione dello stato reddituale e patrimoniale nel Paese in cui hanno la residenza fiscale, con esclusione di coloro che godono dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria.


Le sottolineature
Ma le bacchettate sulle mani per le politiche non inclusive di alcuni governi di destra – italiani e non – hanno riguardato anche altri aspetti. «Quando parliamo di fili spinati, di porti chiusi, di costruire muri a difesa dei confini, quando siamo indifferenti alle persone che chiedono la carità per sopravvivere, tradiamo concettualmente il ricordo e la Giornata della memoria», ha sottolineato Cinti, leggendo il testo preparato da Maderloni. Ed ancora: «Ricordo che qualcuno ha parlato di razza marchigiana, ma c’è al mondo una sola razza, quella umana». 


Vicenda natalità
Il 27 gennaio del 2021, quando in aula – dopo una mattinata dedicata alla Giornata della memoria – si dibatteva su temi quali aborto e natalità, il capogruppo FdI Ciccioli attirò su di sé pesanti critiche per le sue frasi riguardo al problema della denatalità: «Non c’è ricambio e non riesco a condividere il tema della sostituzione. Siccome la nostra società non fa figli allora possiamo essere sostituiti dall’arrivo di persone che provengono da altre storie, continenti, etnie. Ritengo invece che un popolo abbia una sua dignità, da manifestare attraverso una sua identità e la sua capacità di riproduzione». Posizioni agli antipodi rispetto a quelle espresse ieri da Cinti che, in conclusione, ha fatto una riflessione intrecciando il passato con la più stringente attualità: «Se c’è una parte del mondo che può vaccinarsi contro il virus e una parte enorme per cui è impossibile per ragioni di profitto, pensiamo veramente che l’odio sia finito»? E pensare che c’è chi, tra i no vax, paragona il Green pass alla Shoah.

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