L’inverno dell’economia marchigiana nella frenata dei bancali: imballaggi in calo del 22%

L’inverno dell’economia marchigiana nella frenata dei bancali: imballaggi in calo del 22%
L’inverno dell’economia marchigiana nella frenata dei bancali: imballaggi in calo del 22%
di Veronique Angeletti
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Venerdì 1 Marzo 2024, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 07:00

ANCONA - La Regione Marche investe sulle imprese. Ha dedicato quasi 250 milioni di euro al settore produttivo. Già stanziati 200 milioni per bandi a sostegno della ricerca, dell’innovazione, degli investimenti produttivi, del credito, a cui si aggiungeranno altri 12-14 milioni per il sostegno a strategie innovative di internazionalizzazione, 9,5 milioni per le start up innovative e altri 20 milioni per progetti di risparmio energetico o produzione da fonti rinnovabili per le aziende.

«Perché – spiega l’assessore allo Sviluppo economico Andrea Maria Antonini – non basta realizzare prodotti di qualità, bisogna venderli con una strategia innovativa e performante». 


Il riscontro nella pratica


Politiche più che ben accolte dal mondo artigianale ed industriale marchigiano che, seppur dinamico, da diversi mesi, accumula le difficoltà.

Cartina tornasole è la frenata dei volumi di produzione del bancale, basilare nella logistica di qualsiasi azienda. Si lavora di meno e lo si vede nel fatturato che, in Italia, per Federlegnoarredo nel Sistema Imballaggi (incluso pallet) nel 2023 è calato rispetto al 2022 del 22,8%.

«Dati che non valgono per tutti - interviene la pesarese Loredana Grelli, amministratore delegato di ItalPallet di Montefelcino -. Innanzitutto, perché partiamo da numeri che, nel 2022, sono il risultato di una bolla inflazionistica: abbiamo lavorato molto per soddisfare le richieste e a costi altissimi per colpa dell’impennata dei prezzi. Mentre nel 2023 sono diminuiti sia i prezzi, sia le richieste». La sua azienda dà lavoro ad una quindicina di persone, ha un fatturato che è calato del 5%: i 5,7 milioni di euro del 2022 sono diventati 5,3 nel 2023. «Un risultato – commenta - che va letto attraverso il calo del prezzo dei pallet, da 8 euro è quotato 7,5 oggi nel listino e una media produttiva che da 50mila pezzi mensili è sui 45mila». 


Chi paga pegno


Girovagando tra i produttori marchigiani di pallet emerge che è calata la richiesta in particolare da parte del settore dell’elettrodomestico, della carta, degli arredi e delle scarpe. Tutti lavorano con il freno a mano ma alcuni di più degli altri. Luca Liuzzi, nel 2020, ha creato Nova Pallet a Sant’Elpidio a Mare. In tre anni, la sua produzione mensile da 7-8mila euro è passata ai 30-40 mila attuali. Ha assunto due dipendenti e sta per assumere almeno un altro. Lavora molto con la moda, scarpe e altri accessori. È convinto che il problema sia molto congiunturale e un po’ strutturale. «C’è – osserva – un periodo di stallo in parte legato al bel tempo che non ha favorito la vendita delle collezioni invernali in Italia e all’estero e, dall’altro impone di prendere atto che c’è anche un problema di mercato che tende a non spendere. Le aziende stesse preferiscono pallet più economici».

Ad Osimo, dal 2010, Pina Grottini dirige Europallets che dà lavoro a 7 dipendenti. Stima il calo di richieste del 30% ma invita a leggere la dinamica attraverso la lente del post-Covid, un’anomala ripresa, l'inflazione, prezzi del metro cubo di legno da 100 euro a 400 per stabilizzarsi adesso intorno ai 300 euro che portano ad un ritorno a volumi leggermente inferiori a quelli del 2018. Uno scenario quindi a macchia di leopardo ma che indica un rallentamento corale che la messa a terra di nuovi incentivi da parte della Regione Marche (1.403,45 euro ad impresa) può sicuramente aiutare a contrastare. Soprattutto come ha sottolineato il presidente Roberto Cardinali di Confindustria Marche se c’è «semplicità e chiarezza nell’accesso ai bandi, rapidità nella valutazione delle domande ed erogazioni di contributi nel rispetto delle tempistiche». 

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