ANCONA - Due anni fa come oggi, le Marche toccavano per la prima volta quota zero nella casella dei nuovi positivi a Sars-Cov-2, 91 giorni dopo la scoperta del primo contagiato nel comune pesarese di Vallefoglia. L’interminabile saliscendi delle ondate dell’epidemia da Coronavirus approda ora a una situazione lontanissima da quel giorno, che sembrava segnare la fine dell’emergenza sanitaria.
La variante Omicron, ormai monopolista nelle sue sottospecie, circola ancora diffusamente (ieri 619 nuovi casi nelle Marche) ma grazie alla campagna vaccinale di massa non se ne vedono quasi più gli effetti sul sistema ospedaliero, quanto meno in termini di pazienti gravi.
Ieri il bollettino dell’Osservatorio epidemiologico della Regione Marche, diretto dal dottor Marco Pompili, registrava 3 pazienti ricoverati per Covid nelle terapie intensive e 93 nei reparti di Area Medica, dove il saldo giornaliero è di -11. Il totale dei ricoveri per Covid nella nostra regione è tornato sotto quota 100 come non succedeva da fine novembre dell’anno scorso.
Un anno fa, quando la protezione dei vaccini non copriva ancora tutte le fasce d’età, nonostante una diffusione virale cinque volte inferiore a quella attuale i pazienti Covid in terapia intensiva erano 11 volte quelli di oggi (34 contro 3) e circa un terzo in più in area medica (140 a 93).
Intanto la curva dei contagi, grazie anche alle temperature elevate che riportano la socialità negli spazi aperti, continua a scendere anche nelle Marche. L’incidenza settimanale ieri era a 297 casi ogni 100mila abitanti (-11% in 7 giorni) in costante decrescita. La parabola s’è però un po’ appiattita negli ultimi giorni, dopo la picchiata fotografata dall’ultimo monitoraggio della fondazione indipendente Gimbe, che nella settimana 18-24 maggio registrava per le Marche una flessione di casi del 31%.
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