Marche frammentate e zero Città metropolitane lungo il medio Adriatico: così l'economia va in sofferenza

Marche frammentate e zero Città metropolitane lungo il medio Adriatico: così l'economia va in sofferenza
Marche frammentate e zero Città metropolitane lungo il medio Adriatico: così l'economia va in sofferenza
di Veronique Angeletti
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Domenica 24 Settembre 2023, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 08:08

ANCONA - C’è ma non c’è. Ossia esiste urbanisticamente ma finora non gli è stato dato un suo peso politico specifico. È la Città metropolitana che manca tra Bari e Bologna e ha fatto da freno allo sviluppo economico delle Marche. Oggi sta emergendo ma rimane in filigrana. Corre lungo il litorale e, complici le nuove infrastrutture viarie come la Direttissima Ancona-Perugia, la Foligno-Civitanova Marche e la Fano-Grosseto, la strada dei due mari che potrebbe essere un asset. Perché nelle moderni metropoli non vale più la taglia, ma conta che sia una città in rete, nodo di una circolazione di lungo raggio. Meglio ancora se in questa ipermobilità c’è una forte componente alternativa. Il Green deal dell’Unione Europea detta legge. Il che ridà un suo ruolo alle linee ferroviarie, pure a quelle minori.


Il problema


Unico problema: le amministrazioni locali che finora non si sono accorte di questa città che affoga per eccesso di parcellizzazione.

Troppi decisori stanno mandando in cortocircuito tutte le sue potenziali connessioni. «Storicamente, la regione - interviene Donato Iacobucci, professore di Economia applicata alla Politecnica delle Marche - ha avuto molti benefici dal suo plurale. Spinta dall’industrializzazione senza fratture, come la chiamò Giorgio Fuà, ossia da uno sviluppo economico e sociale che nasce dal basso, sviluppando un’industrializzazione diffusa e fuori dai centri urbani. Ma dagli anni 2000, il contesto è cambiato, l’economia è diventata quella della conoscenza e delle nuove tecnologie».


Il nuovo impulso


Perché le attività che hanno la capacità di produrre reddito e portano maggiore valore aggiunto ovunque si sono concentrate nei grandi agglomerati urbani e le città italiane, salvo Milano, non si sono del tutto adattate a questo cambio di paradigma. Comprese le Marche. La nostra regione addirittura non è nemmeno più abbastanza attrattiva per intercettare il continuo flusso di giovani che si spostano dal Sud verso il Nord. Pertanto, la fascia costiera, considerata come un’area vasta e omogenea, potrebbe dare quel nuovo impulso all’economia. Anche perché urbanisticamente è realtà. Per Pippo Ciorra, docente di Progettazione architettonica alla scuola di architettura di Ascoli dell’Università di Camerino, questa città esiste e la sta studiando.


Lo studio


La chiama addirittura la “Città ideale”. «Va da Ravenna a Vasto - spiega - per una questione di coerenza sia nell’organizzazione degli spazi abitati, sia nei paesaggi. L’Italia centrale che si affaccia sull’Adriatico ha fiumi che scandiscono le valli, luogo di sviluppo industriale e finiscono su città importanti come Ancona, Pesaro, San Benedetto, Ascoli. C’è una similitudine di modalità di uso dello spazio, di comportamenti, di spostamenti». Insomma, ci sono due piani: uno concreto autogenerato della città che, già da tempo, ha trasformato il territorio e, dai confini della Romagna fino all’Abruzzo, si manifesta come una lunga metropoli a bassa densità.


I due piani


E poi c’è quello istituzionale e amministrativo, di programmazione di grande scala e di lunga durata, dove questa realtà è assente. «La città metropolitana esiste - ribadisce Ciorra - ha tutto per diventare una metropoli del futuro con un residente che abita in un Comune, fa la spesa in un altro, va al cinema in un altro ancora e sente che, per identità storica, appartiene magari ad un borgo. Un cittadino che percorre molti chilometri e fa già parte dell’organizzazione di cinque amministrazioni diverse». Una realtà che chiama ad un altro tipo di gestione che, paradosso, è nel Dna delle Marche delle Signorie e delle sue rocche in rete. Solo che questa volta associa la forza del sistema metropolitano - sostenuto tra l’altro dalla sua via veloce di comunicazione lungo l’Adriatico - e gode della qualità di un sistema provinciale a tutela delle aree interne.

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