Agricoltori marchigiani terremotati sfrattati dai moduli abitativi, Coldiretti all'attacco. La Regione Marche: «Erano a noleggio, al lavoro per una proroga»

Interessate oltre 700 strutture. La scadenza è il prossimo 7 giugno

Agricoltori marchigiani terremotati sfrattati dai moduli abitativi, Coldiretti all'attacco. Foto generica
Agricoltori marchigiani terremotati sfrattati dai moduli abitativi, Coldiretti all'attacco. Foto generica
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Lunedì 4 Marzo 2024, 18:35

A giugno gli agricoltori terremotati dovranno lasciare i moduli abitativi e trovarsi una nuova sistemazione. Una doccia gelata in poche righe. È il contenuto di una lettera che la Regione Marche, nei giorni scorsi, ha inviato a una sessantina di aziende agricole che nel 2016, dopo le scosse che hanno devastato le province di Ascoli, Fermo e Macerata, si erano ritrovate a fare i conti con abitazioni e stalle inagibili. 

L'avviso per 773 strutture

Dopo le scosse erano stati installati 126 moduli abitativi rurali (Mapre), 304 moduli stalla, 90 stalle realizzate direttamente dagli allevatori e 253 fienili. I Mapre, in particolare, erano stati pensati per consentire agli allevatori di poter continuare a vivere vicino agli allevamenti e consentire loro di accudire quotidianamente gli animali. La Regione ha avvisato che il 7 giugno i Mapre dovranno essere lasciati e che gli attuali occupanti potranno usufruire del Contributo per autonoma sistemazione sentito il Comune di residenza. 

La Coldiretti: «Tenuta del territorio a rischio»

«Con questa presa di posizione la Regione mette a rischio la tenuta di un territorio già spopolato e alla ricerca di un ritorno alla normalità – attaccano da Coldiretti Macerata – senza conoscere prima dove andranno gli allevatori. Sarà estremamente difficile trovare un alloggio in aree rurali e questo li costringerà ad abbandonare le loro attività». Da sempre la Coldiretti aveva puntato per il mantenimento delle strutture provvisorie. Lo scorso marzo, all’apertura di Tipicità 2023, la Regione e lo stesso Commissario straordinario alla ricostruzione avevano accolto con favore questa richiesta. Oggi, a un anno di distanza, la Regione sembra aver cambiato idea. 

La risposta della Regione

Relativamente alla vicenda dei Mapre, la Regione Marche insieme al Commissario Straordinario e al Dipartimento di Protezione Civile sono impegnati nella ricerca di una soluzione al verificarsi della scadenza del contratto di noleggio. I Mapre, infatti, a differenza delle Sae, non erano stati acquistati, bensì noleggiati. Dalla documentazione relativa all’appalto risulta che, a suo tempo, tale scelta fu motivata dalla volontà di assicurare una rimozione certa e tempestiva di tali strutture da parte della ditta fornitrice, dal momento che in occasione di precedenti terremoti si erano registrati alcuni inconvenienti e criticità da tale punto di vista. 

«Noleggio prolungato fino al 7 giugno, proroga per chi ne farà richiesta»

Il contratto di appalto fu stipulato nel 2017, anno successivo al sisma, per una durata di 3 anni, prorogabili per altri 3 anni, senza nessuna ulteriore opzione di proroga o riscatto.

Negli ultimi mesi la Regione, il DPC e il Commissario hanno lavorato per cercare una soluzione al problema che scaturisce dalle scadenze contrattuali, sempre nel rispetto delle normative. Per il momento si è ritenuto di dare continuità con un affidamento diretto che ha prolungato il noleggio fino al 7 giugno. Regione, Struttura Commissariale e DPC sono a lavoro per garantire la possibilità di utilizzo dei Mapre per chi ne farà richiesta anche successivamente alla predetta data del 7 giugno. Nei prossimi giorni si svolgeranno degli incontri per individuare le possibili soluzioni da mettere in campo.

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