Variante Interporto, ecco una per una tutte le clausole per tutelare proprietari e società

Variante Interporto, ecco una per una tutte le clausole per tutelare proprietari e società
Variante Interporto, ecco una per una tutte le clausole per tutelare proprietari e società
di Maria Teresa Bianciardi
3 Minuti di Lettura
Sabato 7 Maggio 2022, 02:05

ANCONA  - Trentaquattro pagine ed una batteria di elaborati a corredo della delibera che la giunta comunale di Jesi ha approvato per l’adozione della variante urbanistica nell’area Interporto. Un atto che arriva sul finire dell’amministrazione Bacci e che chiude un lungo braccio di ferro ingaggiato dallo stesso sindaco jesino con gli ex vertici dell’infrastruttura in via della Coppetella. 


E affiorano anche i particolari che hanno portato il Comune a completare l’iter dopo la lettera del nuovo Cda interportuale che invitava all’espletamento dell’atto: tra le altre cose si legge che alcune proprietà interessate hanno espresso il proprio consenso con la garanzia che la delibera venga revocata «qualora tutti i proprietari, entro il periodo delle osservazioni al Piano manifestassero il venir meno dell’interesse al Piano stesso».

Non solo. Dopo la conclusione dell’iter di approvazione di questo atto, il Comune si impegna ad approvare un’eventuale «proposta di variante al Piano - presentata e condivisa da tutti i proprietari, che riporti in vigore l’attuale disciplina urbanistica dell’area Interporto».

Insomma due clausole messe nero su bianco per tutelare gli interessi dei proprietari delle aree e Interporto stesso con la giunta jesina che sottolinea come «l’amministrazione comunale non ha alcun interesse a mantenere una previsione urbanistica di iniziativa privata a seguito del venir meno dei presupposti per una sua concreta attuazione, anche successivamente all’approvazione». 


Dunque se l’affare Amazon dovesse sfumare la variante adottata nei giorni scorsi verrebbe praticamente archiviata. Una tutela che era stata inserita dal Comune di Jesi già all’epoca del confronto con il Cda di Interporto guidato da Marco Carpinelli, ma che aveva suscitato parecchie perplessità in ordine ad un rischio di danno erariale che l’ex presidente, assieme alla Regione voleva scongiurare nonostante le rassicurazioni del sindaco Bacci. Lana caprina o rischio sostanziale? Le parole di Carlo Ciccioli, capogruppo in consiglio regionale di Fratelli d’Italia, fanno trasparire una preoccupazione latente all’interno della maggioranza in Regione. «Bene l’adozione della variante urbanistica in tempi celeri - ha sottolineato -, ma stiamo sempre attenti ad evitare azioni disinvolte che possano portare al non conseguimento dell’obiettivo finale perché non si rispetta il principio della legalità che, a noi del centrodestra, interessa sempre in modo particolare». 


Riflessioni che fanno capire come l’accelerazione impartita alla variante urbanistica, in assenza di un preciso impegno da parte di Scannell-Amazon e del corrispettivo da 6 milioni di euro ad Interporto, hanno messo il Palazzo sul chivalà nonostante le garanzie contenute nella delibera di adozione della variante urbanistica. Un Piano che non è stato condiviso dalla ditta Conferm, insediata all’Interporto che lo scorso settembre ha manifestato il proprio dissenso in quanto le norme tecniche attuative non prevedono la possibilità di insediamento di industrie insalubri. Secondo l’amministrazione comunale «il dissenso è carente di motivazione e non pertinente e che la ditta in questione non ha ulteriori proprietà al di fuori di quelle utilizzate per la propria attività che possano essere interessate al nuovo assetto urbanistico».

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