Le farmacie ospedaliere ko, lettera di fuoco dei direttori alla Regione Marche: «Incarichi senza formazione, così il sistema va in tilt»

I vertici di dipartimento delle sette aziende: «Facciamo i Rup, ma non abbiamo competenze. A rischio l’acquisto di beni sanitari»

Le farmacie ospedaliere ko, lettera di fuoco dei direttori alla Regione Marche
Le farmacie ospedaliere ko, lettera di fuoco dei direttori alla Regione Marche
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 28 Febbraio 2024, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 15:43

ANCONA Farmacisti ospedalieri sul piede di guerra. Non solo devono fare i conti con la grave carenza di personale che sta diventando cronica - cosa che accomuna questo fondamentale settore della sanità a tanti altri reparti dei nosocomi marchigiani - ma ora si chiede loro anche di ricoprire un ruolo delicato per il quale non sono formati. 

La batosta

Un ennesimo smacco che ha sollevato una mezza rivolta, guidata dal Sinafo (il sindacato nazionale farmacisti che lavorano all’interno del Sistema sanitario nazionale) che tira in ballo anche la Regione. L’esegesi della protesta la si può ricostruire attraverso una serie di mail interne da cui si evince il nodo gordiano. In estrema sintesi, il motivo del contendere è l’attribuzione del ruolo di Rup (responsabile unico del procedimento) al farmacista o al dirigente medico, che tuttavia non hanno né la formazione né le competenze per ricoprirlo. In una comunicazione sottoscritta da tutti i direttori delle Farmacie delle sette aziende sanitarie e ospedaliere delle Marche, si chiede all’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, al dirigente del Dipartimento Salute Antonio Draisci e alla direttrice dell’Ars Flavia Carle di mettere mano alla situazione.

Le criticità

Comunicazione in cui si ricorda che il farmacista è una figura sanitaria senza competenze formative giuridiche e amministrative proprie della funzione del Rup.

Senza un intervento tempestivo, secondo i direttori, il prosieguo di questa situazione rischia di mettere in pericolo il buon andamento degli atti per l’acquisizione dei farmaci e dei beni sanitari. Il 25 gennaio si è tentata la conciliazione a Palazzo Rossini in un incontro tra la segretaria del Sinafo Sara Chegai, Draisci e Carle con primo argomento sul tavolo: “Richiesta di un nuovo regolamento regionale per l’acquisto dei beni sanitari”. Il sindacato ha fatto notare come questa inappropriatezza nell’assegnazione dei ruoli potrebbe determinare anche un danno economico per le aziende e di conseguenza per la Regione.

Lo stallo

Se i rappresentanti della Regione Carle e Draisci hanno concordato nell’impostazione generale, hanno però risposto picche in merito alla necessità della stesura di un Regolamento regionale degli acquisti perché, secondo loro, dovrà essere adottato dai singoli Enti, che dopo la riforma sanitaria sono stati dotati di piena autonomia giuridica. Insomma, la situazione resta ancora in stallo e si apre un altro fronte in quel campo di battaglia chiamato sanità.

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