Intrieri, ad Aeroitalia: «Accordi traditi solo da loro e volevano darci un milione. Ce ne andiamo da Ancona, fosse per noi anche domani»

Intrieri, ad Aeroitalia
Intrieri, ad Aeroitalia
di Martina Marinangeli
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Venerdì 5 Gennaio 2024, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 15:30

ANCONA Una requisitoria di quasi un’ora durante la quale, ieri, l’amministratore delegato di Aeroitalia Gaetano Intrieri ha raccontato la sua verità sulla querelle con l’Atim, l’Agenzia per il turismo, e quindi con la Regione. E aggiungendo un tassello al puzzle: una pec, inviata dal direttore dell’Atim Marco Bruschini il 25 ottobre, per rinegoziare il contratto da 750mila euro (mai pagati dall’Agenzia), proponendo un milione di euro per i servizi di marketing. Nello specifico, per «promuovere la crescita del turismo nella regione Marche e la conoscenza del brand istituzionale Let’s Marche sui mercati internazionali all’interno di un piano generale di comunicazione effettuato nelle metro e nei taxi delle principali capitali europee», si legge nel documento inviato tramite pec.  


La diatriba


I rapporti tra le parti si stavano già sfilacciando e questo appare come un estremo tentativo di tenere in piedi il progetto delle nuove rotte internazionali per Barcellona, Bucarest e Vienna, da affiancare ai voli di continuità per Roma, Milano e Napoli altrimenti difficilmente sostenibili.

Ma nel frattempo era anche arrivato a Bruschini l’invito alla prudenza da parte della Regione, temendo che nel contratto iniziale firmato il 1° agosto potesse profilarsi lo spauracchio dell’aiuto di Stato. Di qui la nuova veste dell’accordo inoltrata per pec dal direttore dell’Atim, più dettagliata nelle finalità del patto, che sarebbe dovuto entrare in vigore dal 1° novembre e durare un anno. «L’accordo - si legge - si intende immediatamente esecutivo e Atim corrisponderà ad Aeroitalia l’importo di 1.000.000 euro + Iva se dovuta. Verrà erogata anticipazione ad Aeroitalia del 30% dell’intero importo, ovvero di 300.000 euro + IVA se dovuta entro il 30/11/2023». 


La replica


Una pec «a cui non abbiamo neanche risposto perché ormai era venuto meno il rapporto di fiducia», fa sapere Intrieri, che imputa il fallimento dell’operazione, «per la quale abbiamo speso 150mila euro, all’assoluta incapacità», da parte dell’Atim, a cui ha chiesto 25 milioni di euro di danni. E parla di una gestione «irrazionale» della situazione. Se ne va sbattendo la porta, dunque, Intrieri, che annuncia la volontà di lasciare il Sanzio e le Marche: «Restiamo fino ad ottobre per i voli di continuità solo per rispetto della convenzione con l’Enac altrimenti, fosse per noi ce ne andremmo anche domattina». E fa anche sapere di un’imminente partenza delle attività dallo scalo di Perugia, «partendo con i voli per Milano». Ma prima di lasciare il suolo marchigiano, Intrieri lancia bordate all’indirizzo un po’ di tutti, ma soprattutto dell’Atim e, di riflesso, della Regione, sottolineando anche di aver incontrato il governatore Acquaroli «solo due volte e non ci sono stati contatti tra noi. Con altri governatori delle regioni in cui lavoriamo i rapporti sono stati diversi». Scende nel dettaglio di tutto ciò che non è andato, dal suo punto di vista, nell’operazione sul Sanzio: «Per noi il solo bando per la continuità territoriale non era efficace per fare fronte ai costi fissi di due macchine basate ad Ancona - spiega -: avevamo bisogno di aumentare il numero di ore volate e di destinazioni per abbassare i costi». Di qui il pacchetto generale che includeva le rotte internazionali per rendere sostenibili le tratte della continuità territoriale. Sulla vicenda mira ad alzo zero il capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi, puntando dritto su Palazzo Raffello: «Dopo la pubblicazione del contratto tra Atim e Aeroitalia, il governatore Acquaroli e l’assessore ai Trasporti Brandoni (che in Consiglio regionale ha a più riprese risposto alle interrogazioni delle opposizioni sul tema in vece del presidente, ndr) traggano le conseguenze del loro comportamento scellerato: hanno mentito e tradito la fiducia dei marchigiani. E trovino una soluzione per mettere in sicurezza i conti della Regione dalla maxi richiesta di risarcimento danni da 25 milioni di euro». La saga continua.
 

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