Ricoveri per infarti e ictus, screening e interventi: cure tagliate dal Covid, ecco che succede nelle Marche

Ricoveri per infarti e ictus, screening e interventi: cure tagliate dal Covid, ecco che succede nelle Marche
di Maria Teresa Bianciardi
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Domenica 11 Aprile 2021, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 15:45

ANCONA - Il lato nascosto della sanità affiora a un anno dall’inizio dell’emergenza pandemica nelle Marche. Dati rincorsi per mesi, che adesso raccontano quanto il Covid abbia impattato nella gestione ordinaria e straordinaria dei servizi sanitari con una frenata improvvisa nell’ambito della prevenzione ma anche nei ricoveri e negli interventi. È una fotografia con luci ed ombre che posiziona la nostra regione al di sotto della media italiana con preoccupanti tagli soprattutto in area oncologica e in quella cardiovascolare.

 
I dati analizzati
A monitorare la capacità di tenuta del sistema durante lo tsunami della pandemia è un’indagine dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che ha messo a confronto i dati del 2020 con quelli del 2019. Si tratta - come si legge nella nota introduttiva - «di una domanda di prestazioni sanitarie che si è inabissata, andando a formare un sommerso destinato a investire come un’onda di ritorno il Servizio sanitario». Nelle Marche, tra marzo e giugno dello scorso anno, lo screening contro il tumore al seno si è ridotto drasticamente del 31,8% e i controlli sono passati da 56.916 del 2019 a 38.824: quasi 19mila dunque le donne che hanno saltato il controllo di prevenzione durante la pandemia, un numero in percentuale decisamente più alto rispetto alla media nazionale che si attesta attorno al 22%. E si sono ridotti anche gli interventi chirurgici - in area oncologica - per i tumori al seno: sono passati da 446 a 304, con una variazione del 30,3% anche in questo caso superiore alla media italiana (-22%). 


La situazione nei reparti
La situazione peggiora nell’ambito cardio circolatorio: secondo i dati Agenas nelle Marche i ricoveri per Ima Stemi (infarto acuto del miocardio) sono diminuiti del 41,9% (-23,5% la media italiana), passando da 458 tra marzo e giugno del 2019 a 266 nello stesso periodo del 2020. È questa la seconda performance peggiore nella classifica delle regioni, dopo quella del Molise.

Preoccupante anche il dato sui ricoveri negli ospedali marchigiani per ictus ischemico: la regione si colloca in terza posizione - dopo Valle d’Aosta e Molise - con una diminuzione del 42,5% di degenti (-23,1% in Italia) che equivale aa 482 pazienti in reparto contro gli 838 dei mesi presi a riferimento nel 2019. I dati lasciano meglio sperare per l’anno in corso. Importante anche la riduzione dei volumi di ricoveri urgenti: -27,1% che in termini numerici significa un passaggio da 29.150 degenti a 16.730. «Ma in questa terza ondata pandemica i sistemi sanitari si sono comportati meglio rispetto alle precedenti: basti pensare che nel 2021 quasi nessuna regione ha tagliato gli interventi di elezione», spiega il presidente Agenas, Enrico Coscioni. «Siamo ancora in una fase di piena emergenza epidemiologica - sottolinea il direttore generale Agenas, Domenico Mantoan - ma occorre strutturarsi per programmare e organizzare il sistema verso la completa ripartenza di tutti i servizi, per soddisfare i bisogni di salute dei cittadini».


I non rinviabili
Il report presentato nei giorni scorsi evidenzia invece per le Marche una situazione di tenuta sostanziale dei servizi essenziali con una riduzione importante di quelli procrastinabili. Un esempio: è stato rilevato uno spostamento quasi insignificante negli interventi per fratture entro le 48 ore (dal 77,6% al 77,3%) mentre sono calati del 57,4% i ricoveri ordinari programmati (da 27.295 a 11.627).

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