Granchio blu, seconda specie nell'Adriatico.
La scoperta al largo delle coste anconetane

Granchio blu, seconda specie nell'Adriatico La scoperta al largo delle coste anconetane
Granchio blu, seconda specie nell'Adriatico La scoperta al largo delle coste anconetane
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 30 Agosto 2023, 09:57 - Ultimo aggiornamento: 10:00

ANCONA Sos granchio blu. Dopo il Callinectes sapidus, originario delle coste atlantiche americane che ha invaso le principali aree di produzione dei molluschi bivalvi dell'Adriatico, ora tocca al Portunus segnis, che invece arriva dal Mar Rosso e dall'Oceano Indiano occidentale. Un team di ricerca dell'Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irbim) di Ancona ha dimostrato la presenza nel Mar Adriatico di una seconda specie di granchio blu.

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Lo studio

Lo studio fornisce la prima evidenza della presenza del granchio blu del Mar Rosso nell'Adriatico.

Questa specie alternativa «ha già colonizzato, attraverso il Canale di Suez, i settori più orientali del Mediterraneo, con conseguenze inizialmente drammatiche per la pesca tunisina - spiega Ernesto Azzurro, dirigente di ricerca del Cnr-Irbim -. Oggi, invece, è una delle risorse di pesca più importanti per la Tunisia, trasformata e commercializzata nei mercati esteri». Dunque da emergenza, la presenza del granchio blu nei nostri mari potrebbe trasformarsi in un'opportunità. Anche la specie del Mar Rosso, come quella americana, trova il suo habitat ideale tra gli ambienti lagunari e il mare aperto e può sviluppare popolazioni molto numerose.

Il precedente in Sicilia

La specie, ora segnalata ad Ancona grazie alla cattura di un singolo esemplare, era stata già osservata in Sicilia. «Questo importante risultato è stato possibile grazie alla collaborazione con i pescatori locali, che hanno catturato la specie e prontamente avvertito il nostro Istituto», aggiunge Fabio Grati, primo ricercatore del Cnr-Irbim e primo autore dello studio. «Questo arrivo è con tutta probabilità una nuova introduzione attribuibile al trasporto navale, verosimilmente alle acque di zavorra». Considerate le caratteristiche ecologiche del granchio blu del Mar Rosso e il suo range di tolleranza termica, «pensiamo che il nord Adriatico non sia ancora un ecosistema ospitale per questa specie e questo dovrebbe al momento scongiurare il rischio di una doppia invasione di granchi blu in Adriatico», aggiunge Azzurro. Secondo l'esperto, tuttavia, il cambiamento climatico sta aumentando la vulnerabilità del nostro mare a questo tipo di colonizzazioni, «quindi - avverte - il fenomeno va monitorato attentamente, attraverso una strategia nazionale». Entrambe le specie di granchio blu possiedono altissime proprietà nutritive e gastronomiche: dunque l'impiego di questi crostacei come nuove risorse di pesca è la strategia adottata da molti Paesi del Mediterraneo per gestire la problematica sul lungo termine.

La pesca

Nelle Marche, il "killer" blu si è visto per la prima volta nel 2019. «Quest'inverno, ne abbiamo pescata qualche cassa - aveva fatto sapere Apollinare Lazzari, il presidente dell'Associazione Produttori Pesca di Ancona che abbiamo venduto intorno ai 6-7 euro al chilo. E adesso c'è il fermo pesca. Pertanto, fino alla data del 9 settembre non è possibile capire l'impatto che il granchio blu potrà avere sulle nostre coste». E nel frattempo, è arrivata anche una seconda specie. In generale, il granchio blu ama le acque fredde e quelle calde, sguazza in quelle altamente saline e non disdegna quelle più dolci alle foci dei fiumi. Insomma, si adatta bene ai diversi habitat, ma almeno quello del Mar Rosso, secondo gli esperti, non dovrebbe sentirsi a casa qui da noi.

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