ANCONA - Venerdì il premier Draghi ha fissato i tempi della ripartenza tra il 26 aprile e il primo luglio, ma da domani inizia la vera corsa contro il tempo per decidere come le attività interessate potranno ricominciare a lavorare nelle regioni che passeranno in zona gialla. Tra queste le Marche, che dall’inizio del mese - e dopo quattro settimane di misure stringenti - sono riuscite ad invertire la curva dei contagi accelerando sui vaccini e diminuendo la pressione nelle strutture ospedaliere. La cabina di regia di venerdì prossimo ufficializzerà il cambio di colore, mentre il governo dovrà mettere nero su bianco il nuovo decreto in anticipo di una settimana rispetto a quanto precedentemente stabilito.
Le proposte sul tavolo
Il documento dovrà contenere le regole anticovid settore per settore e nella partita entrano i protocolli presentati dalla Conferenza delle Regioni proprio 24 ore prima della conferenza stampa del premier. «Si tratta di proposte elaborate dai Dipartimenti di prevenzione delle Regioni su cui chiederemo il parere del Cts che ci auguriamo arrivi il prima possibile - ha sottolineato l’assessore regionale Mirco Carloni presidente della commissione Attività produttive della Conferenza - e questo per permettere, in modo progressivo al Paese di imboccare la strada del ritorno alla normalità». Ma se già domani inizieranno i confronti tra il governo e i rappresentanti di categoria, solo due giorni dopo - mercoledì - è fissata la seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni per «ulteriori aggiornamenti delle linee guida per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative». Un incontro importante a cui prenderà parte l’assessore Carloni e dove la Regione «farà valere le ragioni dei settori coinvolti nella ripartenza su alcune scelte manifestate dal premier ma che rischiano di creare disagi e tensioni».
Le novità nei settori
Secondo i protocolli approntati dalle Regioni per i cinema e i teatri «le misure, se rispettate, possono consentire il mantenimento dell’attività anche in scenari epidemiologici definiti a basso-medio-alto rischio» e si applicano a sale cinematografiche, teatri, circhi, teatri tenda, arene e spettacoli in genere, anche viaggianti. Nei bar si potrebbe tornare a giocare a carte e a sfogliare i giornali seduti ai tavolini dopo un’attenta igienizzazione delle mani, mentre le palestre potrebbero restare aperte «anche in scenari epidemiologici definiti ad alto rischio» purché rispettino regole, distanziamento e integrino le norme «con strategie di screening periodico del personale non vaccinato».
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