Covid, nelle Marche il rebus dei posti letto in terapia intensiva. Saltamartini: «Veri». Mastrovincenzo (Pd)«No, di carta»​

Un reparto di rianimazione
Un reparto di rianimazione
di Lorenzo Sconocchini
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Mercoledì 1 Dicembre 2021, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 15:02

ANCONA - «Ci prepariamo ad affrontare la quarta ondata della pandemia non solo implementando le vaccinazioni ma anche rafforzando gli ospedali». Parole rassicuranti, quelle con cui l’altro ieri l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini aveva accompagnato l’annuncio di altri 8 posti di terapia intensiva attivati all’ospedale di Torrette, che fa salire il totale nelle Marche a 246. Una boccata d’ossigeno, per una regione che da tempo balla sul limite del 10% di saturazione per Covid delle terapie intensive, una delle soglie invalicabili per non tornare in zona gialla.

Il post al veleno
Ma l’annuncio dell’assessore alla Sanità, secondo il consigliere regionale del Pd Antonio Mastrovincenzo, suona come lo strillo di un imbonitore: «Appena si supera la soglia del 10% dei posti letto di terapia intensiva occupati - ha scritto in un post polemico -, rischiando così la zona gialla, l’assessore annuncia di averne attivati altri.

Senza anestesisti, senza infermieri, senza operatori sociosanitari».

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Ma com’è possibile trovarsi così in disaccordo persino sui numeri? Vediamo anzitutto come si arriva al totale di 246. Nel comunicato di lunedì della Regione Marche si parlava di 118 posti letto di terapia intensiva disponibili in era pre-Covid e di altri 80 già realizzati in attuazione del decreto legge 34 del 2020, che assegnava alle Regioni le risorse per adeguare all’emergenza Coronavirus le dotazioni di posti letto: 41 a Marche Nord di Pesaro, 28 a Torrette, 2 al Salesi, 4 a Fermo, 5 a San Benedetto del Tronto. Siamo così a 198. E i 48 che mancano per arrivare a 246? «Sono stati attivati non ai sensi del DL 34 - spiegava ieri l’assessorato regionale alla Sanità - ma per far fronte alle emergenze nel tempo: 14 all’ospedale di Torrette, 6 a San Benedetto, e 28 nel Covid Hospital di Civitanova».
Dunque ci siamo, 246 posti. Ma tutti operativi? Oltre a letti, macchinari e spazi attrezzati, ci sono anche medici e infermieri specializzati per farli funzionare in caso di impennata dei ricoveri? «I posti letto sono attivati - confermava ieri l’assessore Saltamartini, tramite portavoce -. Se dovesse servire verrebbe utilizzato personale di altri reparti, ad esempio sospendendo gli interventi prorogabili. Ma per arrivare a questi livelli di occupazione la situazione dovrebbe essere disperata, mentre ora a Torrette ci sono 3 pazienti Covid in terapia intensiva». I tassi di occupazione per Covid dei posti letto totali, sia in terapia intensiva che in area medica, vengono aggiornati ogni settimana nel monitoraggio del venerdì a cura della Cabina di regia governativa, quello che attribuisce i colori alle Regioni. Il calcolo si basa sulle disponibilità comunicate dalle Regioni e caricate nella piattaforma di rilevazione giornaliera dei posti letto del ministero della Salute. Già lunedì scorso, per le Marche risultava una disponibilità di 246 posti letto totali di terapia intensiva e 966 in area medica. 
La saturazione
Con 110 ricoveri per Covid (24 in intensiva) le Marche ieri segnavano una saturazione del 9,75% in terapia intensiva (la soglia critica è al 10%) e dell’8,9% in area medica (15%). Entrambi i parametri sono ancora buoni per restare in zona bianca, rispettando i valori limite fissati dal ministero della Salute proprio per arginare l’epidemia quando la pressione sulle strutture sanitarie di una regione rischia di abbassare gli standard per la cura delle altre patologie. 
Posti reali, subito utilizzabili per i ricoveri: il denominatore per calcolare le saturazioni, secondo le norme del monitoraggio, è dato infatti dai posti letto “attivi e attivabili entro 24 ore”. Lo sono tutti i 246 posti dichiarati dalla Regione Marche per le terapie intensive? Gli 8 nuovi di Torrette sì, anche se a costo di rallentare in caso di necessità l’attività non urgente di altri reparti. Perché in mancanza di medici aggiuntivi bisognerebbe ricorrere a un travaso di specialisti verso la terapia intensiva, mentre per infermieri e Oss è possibile pescare dalle graduatorie. Più complicato il discorso del Covid Center di Civitanova, chiuso da cinque mesi, anche se letti e attrezzature sono pronti nei padiglioni della Fiera. A fine ottobre 2020, quando venne riaperto per un picco di ricoveri, l’annuncio venne dato dall’assessore Saltamartini dall’oggi al domani. Ma poi per l’attivazione effettiva di due moduli da 14 posti passarono 72 ore, per la difficoltà di reperire medici e infermieri.

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