Il Covid soffia sulla crisi, allarme Cgil: «27 milioni di ore di cassa integrazione, 56mila lavoratori a rischio»

Il Covid soffia sulla crisi, allarme Cgil: «27 milioni di ore di cassa integrazione, 56mila lavoratori a rischio»
Il Covid soffia sulla crisi, allarme Cgil: «27 milioni di ore di cassa integrazione, 56mila lavoratori a rischio»
di Maria Teresa Bianciardi
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Mercoledì 28 Aprile 2021, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 21:45

ANCONA L’emergenza sanitaria continua ad impattare in maniera importante sull’occupazione nelle Marche. Nel primo trimestre del 2021 sono state richieste e autorizzate complessivamente 27 milioni di ore di Cassa integrazione, Fis e altri fondi di solidarietà. La causalità Covid è la principale ragione del ricorso agli ammortizzatori che motiva il 94,5% delle ore autorizzate. 

I dati analizzati 

È quanto emerge dai dati Inps, elaborati dall’Ires Cgil regionale: in particolare, la Cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e in deroga) si attesta a oltre 21,2 milioni di ore (a fronte di 1,4 milioni di ore nel 2020, quando era ancora contenuto l’impatto del Covid), mentre il ricorso a Fis e altri fondi arriva a 5,8 milioni (1,5 milioni di ore nel 2020).

Per quanto riguarda le ore di Cig nei principali settori dell’industria, la meccanica è quello in cui si registrano più ore (6,2 milioni); seguono i settori calzaturiero (3,3 milioni), l’abbigliamento (1,4 milioni), quello chimico plastico (1,1 milioni) e il mobile (0,9 milioni). Per ciò che concerne il terziario, il settore degli alberghi e pubblici esercizi è quello in cui si registrano più ore (2,1 milioni); seguono il commercio (1,8 milioni) e il settore degli studi professionali, vigilanza e case di cura (1 milione). 

La situazione

Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche: «Se già prima del Covid il sistema economico marchigiano presentava elementi di crisi e difficoltà, con il perdurare dell’emergenza pandemica ormai da più di un anno, sono tante le aziende che rischiano di chiudere o comunque di fare i conti con pesanti riduzioni di personale quando verrà meno il blocco dei licenziamenti». Infatti anche nel primo trimestre del 2021 continua ad essere massiccio il ricorso agli ammortizzatori sociali tanto che le ore di Cig o Fis autorizzate «corrispondono al mancato lavoro di 56 mila lavoratori a tempo pieno, di cui 35 mila solo nell’industria manifatturiera, a cui vanno aggiunti quelli dell’artigianato: lavoratori i cui posti di lavoro sono a rischio senza una ripresa delle attività economiche e produttive». La situazione è preoccupante, sottolinea Barbaresi: «Per questo è urgente prorogare il blocco dei licenziamenti fino alla fine di ottobre». 

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