ANCONA - Il presupposto da cui parte il ragionamento della Regione sulla terza dose è questo: l'immunità di gregge non la raggiungeremo e la copertura del vaccino dura sei mesi. La combinazione di questi elementi ha portato a una conseguenza quasi scontata: spingere sulle dosi booster per mantenere alte le barriere contro il Covid.
Per questo, ieri si è partiti con le somministrazioni al personale sanitario, target con cui era stato dato avvio alla campagna vaccinale. «Abbiamo deciso di iniziare subito con i sanitari e stiamo incentivando le inoculazioni di terze dosi nelle Rsa - fa sapere l'assessore alla Sanità Filippo Saltamartini - ma incontriamo molta resistenza e non riusciamo a ottenere il consenso informato da pazienti e familiari. Non tutti sono convinti di volerla fare». Con l'aumento dei casi positivi che si è registrato negli ultimi giorni, iniziano a registrarsi anche i primi focolai, i più pericolosi dei quali sono proprio nelle Rsa. In quella di Rosora, per esempio, dove sono deceduti tre pazienti, mentre altri quattro sono stati trasferiti nella struttura di Campofilone dedicata al Covid. Il resto dei 46 ospiti resta in isolamento.
La curva
Ad alleggerire il carico è l'area medica, con quattro degenti in meno (da 30 a 26), mentre hanno un posto letto occupato in più i reparti di terapia sub-intensiva, passati da 14 a 15 ricoveri (13 dei quali nell'azienda ospedaliera di Marche Nord a Pesaro, gli altri due nel nosocomio di Macerata).
I numeri
Stabile la situazione nelle Rianimazioni, con 14 pazienti in totale, di cui otto a Marche Nord, tre a Torrette, due nell'ospedale di San Benedetto e uno in quello di Fermo. Contesto a cui vanno aggiunte le tre dimissioni di ieri e, a fare da contraltare, le quattro persone in attesa di ricovero nei pronto soccorso di Jesi (2), Senigallia (1) e Civitanova (1).
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