Problemi per i vaccini agli over 80 che non camminano: «Con loro si parte il 20 febbraio»

Problemi per i vaccini agli over 80 che non camminano: «Con loro si parte il 20 febbraio»
Problemi per i vaccini agli over 80 che non camminano: «Con loro si parte il 20 febbraio»
di Martina Marinangeli
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Sabato 13 Febbraio 2021, 09:16

ANCONA - «Cosa devo fare per prenotare la vaccinazione di un mio familiare over 80 che non deambula?» Una domanda ricorrente circolata ieri, giorno inaugurale delle prenotazioni per la categoria degli ultraottantenni, circoscritta alla fetta in grado di recarsi nei centri vaccinali.

Coloro che devono ricevere la somministrazione a domicilio perché non sono in grado di muoversi o di essere accompagnati nei punti di vaccinazione, seguiranno un percorso diverso e sarà necessario ancora qualche giorno per la messa a punto. 

La data 

Tecnicamente, la piattaforma sarà realizzata sempre da Poste italiane e il sito online di riferimento sarà lo stesso approntato per il resto degli over 80, ma con uno slot diverso. Per quanto concerne il numero verde, invece, probabilmente ne verrà attivato un secondo, ma i tecnici di Poste ci stanno ancora lavorando. Non si tratterà di una vera e propria prenotazione e infatti non verrà assegnato un giorno per la somministrazione: i parenti degli ultraottantenni non in grado di muoversi, o chi per loro, caricheranno sul sito i dati della persona da vaccinare - oppure li comunicheranno all’operatore del call center - e da qui verrà stilato un elenco dei soggetti per i quali il sevizio sarà a domicilio. «Dal 20 febbraio apriremo questo slot con Poste per la prenotazione di chi non deambula», abbozza una data l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. La somministrazione domiciliare verrà portata avanti dai medici di medicina generale oppure dal personale Asur. O almeno, così dovrebbe essere. Il condizionale è d’obbligo perché, nel frattempo, i medici di base sono scesi sul piede di guerra per non essere stati coinvolti nella campagna vaccinale agli over 80. 
Il confronto
Mercoledì è previsto un incontro tra i rappresentanti della categoria e Palazzo Raffaello, ma già volano scintille. «Avevamo un accordo che ci vedeva affiancare la Regione nelle varie fasi: dalla vaccinazione al nostro personale, nell’ambito medico, alle case di riposo e Rsa - ricorda Massimo Magi, segretario regionale del sindacato di categoria Fimmg. - Aspettavamo la convocazione per iniziare a organizzare la campagna vaccinale degli over 80, anche a livello domiciliare, ma la Regione non ci ha fatto più sapere niente. Abbiamo vaccinato mezzo milione di persone in tre settimane durante la campagna antinfluenzale e ci siamo fermati solo perché la Regione non è riuscita a procurare altre dosi di vaccino: non butti addosso agli altri professionisti le proprie incapacità». Dal canto suo, Saltamartini spiega che «il ministro Speranza aveva detto di non procedere ad accordi con i medici di base a livello territoriale perché ne avrebbero stipulato uno a livello nazionale. Poi è caduto il governo». La Toscana però, intanto, si è portata avanti con il lavoro, stipulando un pre-accordo con i medici di famiglia proprio per la vaccinazione degli over 80. E Fimmg non è l’unico soggetto a lamentare uno scarso coinvolgimento da parte della Regione. 
Il tavolo 
Le segreterie di Cgil, Cisl e Uil Marche invitano Palazzo Raffaello a evitare la propaganda e chiedono un tavolo di monitoraggio, sottolineando come si sia «persa l’occasione di coinvolgere le forze sociali in un’azione cosi importante per l’intera comunità. «C’è poi il problema degli anziani non autosufficienti o comunque non in grado di muoversi e di recarsi ai punti di vaccinazione senza il coinvolgimento di familiari o altri accompagnatori – scrivono in una nota –.

Aspetto acuito da una dislocazione dei punti di vaccinazione molto più rarefatta rispetto a quanto fatto per gli screening. Sarebbe necessario garantire il pieno coinvolgimento dei medici di medicina generale che meglio di chiunque altro conoscono la situazione degli over 80 e sanno quali sono le loro reali condizioni di salute».

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