Morti Covid e terapie intensive, dopo il picco di marzo le curve delle Marche scendono insieme

Morti Covid e terapie intensive, dopo il picco di marzo le curve delle Marche scendono insieme
Morti Covid e terapie intensive, dopo il picco di marzo le curve delle Marche scendono insieme
di Lorenzo Sconocchini
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Martedì 4 Maggio 2021, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 18:12

ANCONA - Dai giorni terribili di metà marzo, il picco più alto della terza ondata, quando ogni giorno si contavano anche 20 decessi e 15 nuovi ingressi nelle terapie intensive Covid, alla fase attuale in cui i numeri più critici dell’epidemia - morti e ricoveri in rianimazione - tendono finalmente verso lo zero. Piegano verso il basso le curve peggiori dell’emergenza sanitaria da Coronavirus, quelle che registrano lutti e spesso li annunciano, visto il rischio elevato di mortalità che corrono i pazienti, soprattutto anziani, quando entrano nelle rianimazioni con polmoniti bilaterali causate da Sars-Cov-2. 

La saturazione

In un mese e mezzo, la saturazione per Covid dei posti letto totali nelle terapie intensive marchigiane è sceso dal picco del 63% raggiunto il 25 marzo (158 pazienti Covid) a una saturazione che ora è intorno alla metà, ieri al 33% (69 pazienti) nonostante una leggera stagnazione degli ultimi giorni, dovuta anche all’incrocio con un altro trend positivo: se scende il numero dei morti, spesso vuol dire che diminuiscono i posti che si liberano in terapia intensiva. E se nelle Marche non si è scesi ancora sotto la soglia critica del 30%, individuata dal ministero come limite da non superare per non mandare in crisi i sistemi sanitari regionali, è solo perché da fine marzo ad oggi i posti totali di terapia intensiva nella nostra regione sono scesi da 250 a 210, per la necessità di fare spazio alle attività ordinarie, sacrificate durante l’emergenza più acuta. 
A dare la misura esatta della situazione, più che il saldo dei ricoveri, è l’aggiornamento quotidiano dei nuovi ingressi nelle terapie intensive, monitorato con estrema attenzione dall’Osservatorio epidemiologico della Regione Marche diretto dal dottor Marco Pompili.

Dopo un paio di giornate record, tra il 12 e il 13 marzo, gli accessi di pazienti nelle aree più critiche hanno iniziato a decrescere, anche se non sono mancati dei rialzi giornalieri, e nell’ultima settimana sono stati in tutto 18, 3 nella giornata di ieri. Un andamento analogo, anche se traslato in avanti di almeno una settimana, sta seguendo la curva dei decessi correlati all’epidemia: nella quarta settimana di marzo nelle Marche c’erano stati 90 morti tra i pazienti Covid, 13 al giorno, con picchi di 19-20. Un bagno di sangue, anche se a livelli più contenuti rispetto a certi bollettini della fase-1, con il record di 35 vittime in 24 ore raggiunto il 30 marzo 2020. 

I bollettini

Adesso gli aggiornamenti quotidiani del Servizio Salute della Regione, per quanto sempre dolorosi, consegnano liste dei decessi che negli ultimi dieci giorni solo una volta sono state in doppia cifra: ieri 6, 32 in tutto nell’ultima settimana, in media 4-5 al giorno. Il calo di ricoveri in terapia intensiva e dei decessi segue, sia pure con effetto ritardato, la curva dei contagi, che nelle Marche è scesa da un’incidenza settimanale di 340 casi ogni 100mila abitanti raggiunta il 12 marzo, verso la quota ben più rassicurante di 107 toccata ieri.
Ma nel piegare verso il basso i tracciati di ricoveri in area critica e decessi, ha contribuito senz’altro l’avanzata della campagna vaccinale: nelle Marche il 54% degli over 80 ha già ricevuto una doppia dose di siero, il 56% della fascia 70-79 anni ha fatto la prima iniezione. Mettendo al sicuro i più anziani, inevitabilmente, si contano meno pazienti gravi e meno lutti.

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