Il bollettino di guerra: 136 morti. Arriva l'ordinanza: «Basta con le passeggiate inutili»

Il bollettino di guerra: 136 morti. Arriva l'ordinanza: «Basta con le passeggiate inutili»
Il bollettino di guerra: 136 morti. Arriva l'ordinanza: «Basta con le passeggiate inutili»
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Venerdì 20 Marzo 2020, 11:04
ANCONA - Di questo passo si arriverà a duemila contagiati nelle Marche già domenica prossima (ieri erano a quota 1.737) mentre i morti ormai, saliti ieri a 136, si avviano a triplicare la tragica contabilità delle vittime del terremoto del 2016, che aveva piantato 51 croci tra i borghi martoriati dei Sibillini. Anche se la progressione dell’epidemia da Coronavirus ha un po’ rallentato - ieri il bollettino del Gores registrava 170 nuovi casi positivi su 403 campioni processati, contro i 196 su 357 del giorno prima - ce n’è abbastanza per stringere ancora di più le viti delle misure anti-contagio con cui dall’inizio del mese il Governo ha via via reso più incisive le misure di contenimento fino alla serrata imposta a partire da giovedì 12 scorso, con il famoso decreto #iostoacasa. Si vedeva ancora troppa gente a spasso, troppi podisti improvvisati e ciclisti della domenica, troppa folla nei pochi bar ancora aperti nelle stazioni di servizio.

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Così ieri il governatore Ceriscioli, sulla scia di quanto fatto ad esempio in Emilia Romagna, ha firmato un’ordinanza che dalla mezzanotte di oggi fino al 3 aprile prossimo vieta in tutte le Marche l’accesso a parchi, parchi giochi, giardini pubblici e spiagge (in molti comuni già i sindaci avevano sbarrato i cancelli), toglie a molti il pretesto di farsi una sgambata a qualche chilometro da casa e riduce le aperture degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande collocati nelle aree di servizio, facendo abbassare le saracinesche di quelli che si trovano nei tratti stradali interni ai centri abitati. Luoghi divenuti nell’ultima settimana - dopo la chiusura generalizzata di bar e ristoranti - eccessivamente affollati dagli irriducibili della colazione e a volte anche dell’aperitivo. Per gli esercizi commerciali di vicinato, botteghe e negozi al dettaglio, viene solo specificato che l’orario di apertura è consentito dalle ore 8 alle ore 20, 

 

Non è proprio il caso di uscite disinvolte, con i bollettini di guerra che arrivano dagli ospedali in prima linea sul fronte anti-Covid. Anche ieri un numero di vittime impressionante, ben 22- Per questo l’effetto-clausura delle misure di contenimento dell’epidemia ha bisogno di un ulteriore step, che scatta a partire da domani. L’obiettivo dell’ordinanza firmata dal governatore Ceriscioli in serata - anticipata già nel pomeriggio da diversi sindaci che avevano preso per buona una bozza diversa dalla stesura finale - è sempre lo stesso: diradare ancora di più i contatti tra le persone, principale veicolo di trasmissione del Coronavirus. 

Oltre a sbarrare l’accesso a parchi e giardini pubblici, spiagge e aree giochi, l’ordinanza, motivata con il fine di «evitare gli assembramenti di persone a tutela della salute pubblica», limita ulteriormente l’uso della bicicletta e gli spostamenti a piedi. Entrambi da domani fino al 3 aprile (o fino a quando sarà necessario) saranno consentiti esclusivamente «per le motivazioni ammesse per gli spostamenti delle persone fisiche»: quindi ragioni di lavoro, di salute o altre necessità, come ad esempio gli acquisti di farmaci, generi alimentari o di primaria importanza, oltre che per accudire congiunti non autosufficienti.

Le deroghe ammesse restano davvero poche. Se l’uscita è motivata con la necessità di praticare attività motoria - una passeggiata per ragioni di salute, oppure l’uscita con l’animale di compagnia per le sue esigenze fisiologiche - si è comunque obbligati a restare in prossimità della propria abitazione. Non si indica una distanza precisa: nei giorni scorsi alcune ordinanze dei sindaci qui e là per l’Italia stabilivano un raggio di tolleranza di 4-500 metri da casa, ma di questi tempi sembra più prudente allontanarsi anche di meno. Vale poi sempre la distanza di almeno un metro da altre persone incrociate in strada e comunque - altra novità - l’attività motoria «deve essere svolta individualmente». 

L’ordinanza riduce anche le aperture dei bar ancora non chiusi dal lockout del Governo, quelli collocati nelle aree di servizio e di rifornimento carburante. È consentita l’apertura di quelli che si trovano lungo la rete autostradale e sulle strade extraurbane principali, mentre nelle stazioni di servizio sulle strade extraurbane secondarie gli esercizi annessi potranno essere aperti tutta la settimana, dalle ore 6 alle ore 18, ma soltanto per l’accesso e la fruizione da parte degli autotrasportatori di merci. Non è consentita l’apertura dei bar nelle aree di servizio e rifornimento «ubicate nei tratti stradali comunque classificati che attraversano centri abitati».
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