Sulle Marche l'incubo della zona gialla. Castelli positivo al Covid, giunta in quarantena: salta la visita della Casellati di giovedì

L’assessore al Bilancio Guido Castelli
L’assessore al Bilancio Guido Castelli
di Martina Marinangeli
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Martedì 16 Novembre 2021, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 13:20

ANCONA  - La giunta è in isolamento fiduciario e la seduta di oggi del Consiglio regionale viene annullata. Salta anche la cena al Seeport di Ancona con la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, prevista per giovedì. Un tampone positivo fa saltare il banco ed a pescare la pagliuzza più corta è l’assessore al Bilancio Guido Castelli, che al momento resta però paucisintomatico, dovendo fare i conti solo con un lieve raffreddore. 

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L’esito del test è stato reso noto ieri durante una riunione dell’esecutivo e subito è scattato il protocollo anti-Covid: tutti a casa per la quarantena e si lavora da remoto. Lo stesso Castelli già ieri pomeriggio era impegnato in una video call con gli operatori balneari per la questione Bolkstein. Tuttavia, si profila il rischio di un effetto domino: la notizia arriva infatti a 48 ore dall’incontro di maggioranza a villa Gens Camuria, nell’Anconetano, dove i rappresentanti del centrodestra marchigiano si sono riuniti per fare il periodico punto della situazione. All’appuntamento, Castelli è arrivato con qualche minuto di ritardo proprio perché si era sottoposto a tampone, il cui risultato, ieri, ha fatto balzare tutti sulle sedie. 

Dopo Mirco Carloni, risultato positivo durante la prima ondata (quando era ancora consigliere di opposizione), e Giorgia Latini, la scorsa primavera, è il terzo assessore della giunta Acquaroli a doversi confrontare con il virus. La differenza nel trittico è che Castelli ha contratto il Covid da vaccinato. Proprio perché con il passare dei mesi i sieri perdono efficacia, l’assessorato alla Sanità guidato da Filippo Saltamartini sta spingendo sulle terze dosi, argomento centrale anche nella cabina di regia di ieri, dalla quale si è usciti con il diktat di riattivare le linee produttive all’interno degli hub. 

Uno spiraglio di ottimismo arriva dal fatto che, nell’ultimo mese, i medici di base siano tornati a fare 800-1000 somministrazioni al giorno, ma la terza dose resta per ora al palo, ferma al 6% della platea a cui è destinata.

Scendendo nel dettaglio dei diversi target, si va dal 62,8% degli ospiti delle Rsa, al 2,1% dei sessantenni, passando per il 28,2% degli over 80, il 27,1% degli operatori socio sanitari, il 13,1% dei soggetti estremamente vulnerabili, ed il 5,2% nella fascia 70-79. Serve un cambio di passo, e ieri l’appello è arrivato direttamente dalla direttrice generale dell’Asur Nadia Storti: «vaccinarsi è un atto di responsabilità per la propria salute e per quella di chi ci vive accanto». Quanto alla curva pandemica in risalita, la dg osserva che il fatto di essere arrivati a 100 positivi su 100mila abitanti significa «che stiamo crescendo in modo vertiginoso (sono raddoppiati i numeri negli ultimi giorni) e quindi diventa fondamentale procedere con la terza dose, che rinfresca la memoria immunitaria.

Per i ricoveri, invece, «siamo in una fase di equilibrio, ma se il numero di posti letto attivati dovesse essere occupato da pazienti Covid, dovremmo limitare l’attività ordinaria. Abbiamo ancora un piccolo margine, ma non ne possiamo approfittare». Rischiamo la zona gialla? «Domanda di riserva?», glissa Storti, ma in effetti è una previsione difficile da fare. Gli esperti regionali dicono che è «impossibile prevedere». A questi ritmi, si arriverebbe non prima della metà di dicembre: se il tasso d’incidenza è ormai sopra soglia, e quello di occupazione dei posti letto in terapia intensiva balla sulla soglia del 10% (ieri a 9,6%), l’area medica è di molto sotto: siamo stabili sui 70 ricoverati e per sforare dovremmo raggiungere quota 146, cioè il doppio.

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