Scenario previsto
Uno scenario previsto dal professor Carlo Bisci, dell’Università di Camerino, docente di Geografia fisica e Geomorfologia presso la Scuola di Scienze e Tecnologie. Pur essendo un climatologo e non un meteorologo, dalle informazioni desumibili dalle immagini satellitari e soprattutto dalle mappe meteorologiche, ha provato a rispondere su nostra richiesta alla domanda che noi tutti ci poniamo: quando arriverà l’estate nelle Marche?
«La vera estate - è il suo responso - tarderà ad arrivare e molto probabilmente solo a partire da verso la fine di questa settimana cominceremo ad avere cieli sereni e temperature che, in pochissimo tempo, potranno salire fino anche a sopra i 35 gradi. Questa situazione tipicamente estiva, data dall’arrivo dell’anticiclone africano, durerà probabilmente a lungo».
Giugno
Questo scorcio iniziale di giugno - un mese che per altro nella serie storica delle Marche risulta abbastanza piovoso - è stato segnato dal succedersi di fenomeni meteo intensi, veri e propri nubifragi che all’inizio hanno colpito il nord delle Marche (il 5 giugno a Fano) poi l’entroterra del centrosud, con allagamenti a Macerata, Tolentino e in altri centri. Fenomeni estremi, che sono uno strascico di un inverno più caldo del solito. «Questa anomalia - spiega il climatologo Bisci - è derivata dallo scontro di masse d’aria fredde provenienti da nord con altre particolarmente calde e umide provenienti da sud, dove insiste il caldissimo anticiclone africano e il Mediterraneo ha temperature particolarmente elevate a causa dell’inverno mite, che sono state quindi costrette a sollevarsi rapidamente condensando l’umidità in nubi a forte sviluppo verticale (i cumulonembi) e quindi molto ricche di acqua, che hanno prodotto nubifragi davvero intensi».
Farci l’abitudine
Ai quali, secondo il docente di Unicam, dovremo fare l’abitudine. «Purtroppo, il cambiamento climatico in atto sta rendendo e renderà sempre più frequenti, e spesso intensi, i fenomeni temporaleschi estremi, dato che l’innalzamento delle temperature aumenta l’entità dell’evaporazione dai mari e la capacità dell’aria di trattenere vapore d’acqua - spiega il professor Bisci -. La conseguenza è una sempre maggiore probabilità di avere nubi spesse e dense capaci di produrre temporali estremamente forti anche se, in genere, di breve durata con conseguente aumento del rischio connesso a esondazioni e frane».
Se ne è avuta riprova ieri nell’entroterra fermano, con una vasta frana che si è staccata lungo il versante sud della statale 210, alle porte di Amandola, creando problemi di circolazione lungo la strada Monti-Mare.
Riserve idriche
La primavera 2023, finora la più piovosa nelle Marche dal 1961, dovrebbe metterci al riparo da rischi di siccità per l’estate ormai in arrivo. Ma non certo per merito delle ultime piogge ad alta intensità. «Paradossalmente - spiega il climatologo di Unicam - i temporali che hanno accompagnato buona parte della primavera hanno contribuito solo marginalmente a rifornire le nostre riserve idriche, dato che le precipitazioni intense non riescono a infiltrarsi nel suolo che viene saturato in superficie già dalle prime gocce di pioggia, diventando quindi impermeabile. Fortunatamente, però, abbiamo avuto anche un notevole innevamento dei rilievi principali e una buona quantità di piogge moderate, che dovrebbero consentire di poter superare la stagione secca senza particolari problemi di carenza d’acqua».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout