Cibus fa tendenza. A Parma subito in scena il confronto promosso da Regione e Camera di commercio: «Strategie chiare per la promozione»

Cibus fa tendenza. A Parma subito in scena il confronto promosso da Regione e Camera di commercio: «Strategie chiare per la promozione»
di Andrea Fraboni
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Mercoledì 4 Maggio 2022, 04:40

PARMA - Marche in prima linea a Cibus. A Parma la nostra regione ha subito catalizzato l’interesse dei partecipanti alla fiera. Nella giornata d’esordio della rassegna sull’agroalimentare che si concluderà venerdì, il padiglione delle Marche nel pomeriggio ha ospitato il talk show “Magno cum gaudio, la filiera felice dell’agroalimentare marchigiano” a cui hanno partecipato Mirco Carloni, vice presidente della Regione Marche con delega all’Agricoltura, Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio delle Marche e Simone Mariani, presidente dell’azienda speciale dell’agroalimentare della Camera di Commercio. Un confronto aperto alla stampa di settore nazionale ed estera, moderato da Nicola Prudente (Tinto) noto conduttore radiofonico e televisivo.

 
Filiere a confronto
Durante i lavori, le principali filiere dell’agroalimentare marchigiano sono state rappresentate dalle aziende Mancini (pasta), Ciriaci (carni e salumi), Val d’Apsa (lattiero e caseario), T&C (tartuficoltura), Ralò (ortoconserviera), Svila (prodotti da forno), Sgattoni (pesca e prodotti surgelati) e dal Birrificio del Catria (birre artigianali e agricole). Un dialogo tra aziende e istituzioni regionali per vagliare opportunità e criticità di un comparto nevralgico per l’economia regionale che, nonostante le incertezze determinate dalle note vicende internazionali, continua a registrare un trend di crescita confortante. I dati Istat relativi all’anno 2021 restituiscono un valore dell’export ulteriormente in aumento rispetto al 2020, valore che si attesta intorno a 453 milioni di euro con un incremento vicino al +10%. Il comparto delle bevande (vino incluso), con un valore di 63 milioni di euro nel 2021, è quello con la performance, in termini di export, migliore di tutto il paniere dei prodotti agroalimentari del made in Marche.

A seguire c’è il comparto dei prodotti da forno e farinacei (50 milioni di euro), prodotti di colture agricole non permanenti (43 milioni di euro), pesci e altri prodotti della pesca, prodotti dell’acquacoltura (56 milioni di euro), frutta e ortaggi lavorati e conservati (38 milioni di euro), carne lavorata e conservata e prodotti a base di carne (38 milioni di euro). 


La prospettiva
«Lavoriamo Insieme imprese e istituzioni anche nella scelta delle manifestazioni e fiere a cui partecipare - ha detto Carloni - abbiamo partecipato ad eventi come a Barcellona, la prima volta per le Marche, scoprendo aree molto interessate ai nostri prodotti. La lettura dei bisogni è fondamentale in una sinergia tra imprenditori e istituzioni per avere le risposte necessarie. A tramandare i marchi facendoli diventare prodotti di eccellenza sono state le donne, è soprattutto grazie alla loro tempra straordinaria se il nostro settore agroalimentare è così cresciuto». «La Regione - ha poi aggiunto il vicepresidente - ha attuato una strategia centrata sui settori a rischio come la zootecnia vittima di politiche errate del passato». «La complessità dei ragionamenti non è solo ambientale - ha invece sottolineato Sabatini - ma sempre anche economica: oggi non possiamo slegare l’agroalimentare dal turismo e dell’accoglienza. E su tutto innovazione, digitalizzazione e marketing: in quest’ambito occorre innovare, attrarre giovani, restituire braccia all’agricoltura. Incrementare la nuova imprenditoria, il ricambio generazionale, portando innovazione. Abbiamo atenei all’avanguardia, Its, licei agrari, possibilità di formazione post laurea. Dobbiamo rendere il settore attraente e innovativo. la terra è bassa ma l’ingegno vola alto e può migliorare, come sempre è stato». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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