​Ancona-Roma
sul treno della protesta

​Ancona-Roma sul treno della protesta
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Mercoledì 18 Dicembre 2013, 12:08
ANCONA - Ci risiamo. Il binario rovente, Ancona-Roma, finisce ancora sotto accusa. Questa volta scendono in campo i parlamentari del Pd eletti nelle Marche e nell'Umbria, insieme chiedono un incontro urgente al Ministro dei Trasporti per trovare una soluzione all'"insostenibile situazione del collegamento ferroviario tra Ancona e Roma". Un incontro ma anche un "intervento, con la massima urgenza, in modo deciso e chiaro" per sollecitare Trenitalia ed "evitare questo caos".

Sotto l'albero di Natale, ecco dunque servito il regalo per i marchigiani da anni alle prese con una tratta fonte di mille e passa crucci. Oggi i parlamentari di Marche e Umbria uniscono le forze e sollecitano "segnali forti da parte del Ministero " ma anche da "parte delle Regioni, per quanto di competenza, visto che pagano per un servizio mal reso".

Ma tant'è. La storia si ripete.



Sono anni ormai che parlamentari di diversi schieramenti, lo stesso assessore regionale Luigi Viventi e perfino l'Ombudsman delle Marche, Italo Tanoni, hanno sollevato la questione di una tratta sempre più spesso caratterizzata da ritardi, disservizi e carenza di corse in orari adeguati. Missive su missive sono state scritte sull'argomento. Fiumi d'inchiostro si sono spesi, tra gli ultimi, in ordine di tempo, proprio l'Ombudsman a nome dei cittadini che vivono sulla propria pelle i continui disagi. Ma anche i pendolari hanno alzato il tiro a più riprese lamentando ritardi e disservizi vari. Ma poco o nulla è stato risolto.



Ora i parlamentari Pd tornano alla carica. Gli stessi ricordano al ministro Lupi che con "ripetuti e anche recenti atti ispettivi" hanno da tempo segnalato "i continui ritardi e le disfunzioni" sulla linea Ancona-Roma.



Risultato? Sono ancora i parlamentari a circoscrivere la vicenda. "Solo risposte inadeguate, vacue le promesse e gli impegni mai rispettati". Dunque, una situazione che va avanti da tempo e che anzi "peggiora". La conferma giunge dagli stessi parlamentari che, tra i primi, usufruiscono di questa linea, come Emanuele Lodolini e anche Silvana Amati che, sulla questione, è stata da sempre tra le più impegnate presentando interrogazioni varie.

Oggi deputati e senatori Pd rinserrano le fila e affilano i coltelli della protesta attaccando pesantemente Trenitalia. Insieme insistono nel ricordare come "alcuni treni non arrivino mai in orario" e come "tutto questo denoti le difficoltà gestionali di Trenitalia che invece dovrebbe garantire un servizio efficiente mentre quello offerto è assolutamente inadeguato". A conti fatti, deputati e senatori lamentano "il completo disinteresse verso questa linea e l'incapacità di Trenitalia di garantire il servizio".



La conta dei danni è sotto gli occhi di tutti. L'elenco è offerto, nero su bianco, da onorevoli e senatori. Si comincia da "appuntamenti di lavoro mancati ad ore di lavoro perse", da "coincidenze perdute a giornate di lavoro buttate via". Senza contare "le ore di lezioni perse dagli studenti e i disagi dei lavoratori pendolari". Un elenco delle doglianze al quale, sottolineano, "ci sono stati solo inerzia e silenzio assoluti".



Ma questo oggi "è inaccettabile", di qui allora la richiesta, promossa dal deputato Piergiorgio Carrescia, sottoscritta anche dalla vicepresidente della Camera, Marina Sereni e dagli onorevoli Luciano Agostini, Anna Ascani, Emanuele Lodolini, Irene Manzi,Marco Marchetti, Alessia Morani, Ernesto Preziosi e dai senatori Silvana Amati e Mauro Morgoni.
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