Frecciabianca bloccato sulla tratta ferroviaria Ancona-Roma. Bocchini (Confindustria): «E ci lamentiamo che le aziende scappano»

Frecciabianca bloccato sulla tratta ferroviaria Ancona-Roma. Bocchini (Confindustria): «E ci lamentiamo che le aziende scappano»
Frecciabianca bloccato sulla tratta ferroviaria Ancona-Roma. Bocchini (Confindustria): «E ci lamentiamo che le aziende scappano»
di Maria Cristina Benedetti
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Lunedì 31 Gennaio 2022, 04:10 - Ultimo aggiornamento: 15:47

ANCONA - Il cono d’ombra pare un baratro. Indignato. Pierluigi Bocchini stigmatizza: «È storica la mancanza di visione sulle infrastrutture ed è assente l’attenzione verso un territorio che non è attrattivo per le imprese». È un fiume in piena, il presidente di Confindustria Ancona: «Poi ci lamentiamo che le poche aziende rimaste scappano via. Tra il cuneo fiscale, che rende il nostro costo del lavoro tra i più alti in Europa e gli stipendi tra i più bassi, e l’inesistenza di un contorno adeguato cosa vogliamo aspettarci?». La miccia che accende la sua rabbia è l’ultima odissea vissuta, sabato mattina, sulla ferrovia Ancona-Roma.

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«Stiamo parlando, nel 2022 - ricorda esterrefatto - di un Frecciabianca, uno dei convogli di punta di Trenitalia, che per ben due volte durante lo stesso viaggio non è riuscito ad affrontare una salita in galleria». Scandisce il concetto, per contenere l’inquietudine: «Siamo nel 2022». 
La geolocalizzazione dell’ultimo disagio è un tunnel che si apre dopo la fermata di Fabriano, in direzione della Città Eterna. «Non è neppure una pendenza significativa». Il leader degli industriali rompe gli argini: «Possibile che per collegare il capoluogo dorico con la Capitale non ci sia un treno degno di questo nome? E ripeto, a oggi, siamo costretti a spostarci su un binario unico di una tratta che avrà più di 100 anni». La deduzione è inevitabile: «Essendo aumentato il traffico, per coprire quella distanza ci vuole molto più tempo rispetto a 30-40 anni fa».
I punti critici 
No. Non intende piegare la logica all’evidenza della consuetudine, Bocchini. «Grottesco». Dilata ancora il perimetro dell’isolamento. «La nostra A14 è bloccata a sud per la mancanza di progetti sulla terza corsia. Per dieci fusti di cromo esavalente che stanno lì da più di mezzo secolo l’Arpam, in attesa di bonifica, tiene fermi da tre anni i lavori della Quadrilatero sul viadotto Mariani a Valtreara di Genga». Aggiunge un altro mattone al muro che, in un’epoca di concorrenza tra territori, taglia fuori le Marche. «Può essere che un colosso come Amazon, una sede marchigiana da 100mila metri quadrati per 1.000 dipendenti, è lì che aspetta da due anni per collegarsi all’interporto di Jesi? La pratica se la stanno rimpallando il ministero e la sovrintendenza al Paesaggio, e stiamo parlando di una zona industriale». La sintesi più amara è sempre la stessa. «E poi ci lamentiamo delle aziende che vanno via. Piuttosto chiediamo il perché». S’infila in un altro vicolo cieco, per suggerire la risposta. «La Provincia di Ancona ha chiuso senza preavviso, per manutenzione straordinaria, un ponte sulla strada che collega Fabriano a Sassoferrato, di fatto isolandole. Gli imprenditori della zona, che garantiscono occupazione a 1.300 addetti, sono disperati: i trasportatori si rifiutano di consegnare il materiale e di caricare le produzioni per evitare percorsi alternativi complicati». Aggiunge un particolare in cronaca: «Il sindaco fabrianese non risponde più alle nostre telefonate nonostante gli imprenditori si fossero resi disponibili a contribuire, economicamente, alla sistemazione di una strada comunale in attesa della riapertura del viadotto». 
Il porto 
Arriva all’ultimo ostacolo: il porto dorico. «Vedrete quando inizieranno i lavori per il raddoppio della già problematica statale 16, i tir diretti in Grecia, Albania o Croazia lo bypasseranno. Piuttosto punteranno su Ravenna, Bari o Brindisi». Vanno altrove, come le imprese. «Grottesco». Bocchini non si rassegna. 
Torna a concentrarsi sui binari, Valeria Mancinelli. «I disagi li abbiamo, purtroppo, presentissimi. Quindi basta lagne e grida scandalizzate da parte di chi è classe dirigente di questo territorio». Il sindaco dorico va dritto al punto. «Piuttosto tutti uniti a presidiare quotidianamente il governo perché vadano avanti i lavori e si utilizzino i soldi stanziati per il raddoppio Falconara Orte e altri progetti già pronti». Pretende strada.

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