Amazon, 40 milioni per 50 ettari: 80 proprietari terrieri nel limbo aspettando il sì che non arriva

Il cantiere della Scannell nelle vicinanza dell'Interporto di Jesi
Il cantiere della Scannell nelle vicinanza dell'Interporto di Jesi
di Maria Teresa Bianciardi
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Giovedì 24 Marzo 2022, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 15:32

ANCONA - I sei milioni che Interporto dovrebbe incassare da Scannell per la cessione dei diritti edificatori sono meno di un settimo dell’intera operazione Amazon nelle Marche. In ballo ci sono in tutto 40 milioni di euro che dovranno essere suddivisi tra i circa 80 proprietari di quei 50 ettari su cui il gigante dell’e-commerce ha messo gli occhi.

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Posizione ideale, nel cuore dell’intermodalità e della logistica del centro Italia, a due passi dall’aeroporto Sanzio e a pochi chilometri dal porto.

Terreno che sarebbe rimasto solo una spianata incolta - visto che lo stesso Interporto negli anni passati aveva deciso di rinunciare all’urbanizzazione di quell’area - e che adesso d’improvviso torna ad essere oggetto di interesse e di valore. 


Le due facce della medaglia
Dunque ad analizzare la vicenda in tutte le sue sfaccettature, la situazione è questa: da una parte c’è Scannel, sviluppatore dell’operazione per Amazon, interessata ad acquisire l’area per la realizzazione del centro logistico. E dall’altra ci sono i proprietari del terreno: tutti, tranne Interporto, hanno già dato il proprio assenso alla cessione della parte di competenza. Una congiuntura astrale che consentirebbe loro di vendere fazzoletti più o meno ampi di ettari finiti da anni nel dimenticatoio, quando la società interportuale si arrese all’evidenza e capì che i sogni di gloria tali sarebbero rimasti. Ma oggi, allo stato dei fatti, Interporto è diventato l’ago della bilancia in grado di trasformare un affare in una occasione (d’oro) perduta: per questo l’attenzione è tutta concentrata sulla palazzina in via della Coppetella a Jesi. Il via libera sbloccherebbe l’operazione in grado di garantire la vendita dell’area, con il conseguente sbarco di Amazon nelle Marche dal valore di circa mille nuovi posti di lavoro: manna, in questi tempi di crisi. E la strada, ove possibile, è stata spianata sotto tutti i punti di vista, anche e soprattutto burocratici. 


Quello che c’è e quello che manca
C’è il via libera del ministero sulla Valutazione di impatto ambientale, la Provincia ha dato il nulla osta sulla Valutazione ambientale strategica, il Comune di Jesi ha la variante urbanistica pronta per l’approvazione ed ha superato a monte gli scogli tecnici che avrebbero potuto mettere Interporto nella condizione di incappare in un danno erariale. Ma c’è qualcosa che non torna. E questo qualcosa potrebbe celarsi nel doppio ultimatum che sia Interporto, sia Scannel hanno impresso all’intera operazione. Il primo ha dato due settimane di tempo al mediatore di Amazon per proseguire con la compravendita, il secondo ha messo nero su bianco che se la variante urbanistica non dovesse venire approvata entro il 31 maggio l’operazione andrà inesorabilmente in fumo. I tempi tecnici a questo punto sono fondamentali: il sindaco di Jesi, Massimo Bacci, spiega che la variante può andare in giunta oggi stesso. Si procede con l’adozione e poi ci sono 50 giorni di tempo per le eventuali osservazioni. Trascorso questo periodo, si valutano le osservazioni arrivate e si passa all’approvazione definitiva. Se l’iter partisse oggi, ci sarebbe tutto il tempo per chiudere il percorso prima della data fissata da Scannel. Ma siccome l’aria che tira è ben diversa, diciamo che per non perdere l’affare la variante dovrebbe essere adottata entro la prima settimana di aprile. Tic tac, il tempo scorre.

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