Allarme smog nelle Marche, in 10 giorni 23 sforamenti: ma il vento spazza via le Pm10

Allarme smog nelle Marche, in 10 giorni 23 sforamenti: ma il vento spazza via le Pm10
Allarme smog nelle Marche, in 10 giorni 23 sforamenti: ma il vento spazza via le Pm10
di Véronique Angeletti
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Domenica 25 Febbraio 2024, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 07:09

ANCONA - Benedetto vento, benedetta pioggia (anche se poca). Meno male che il quadro meteo s’è un po’ mosso, con la perturbazione in transito da venerdì scorso dal Nord Atlantico, che ha interrotto una stasi, caratterizzata da temperature sopra la media e assenza di precipitazioni, che ormai da Natale caratterizzava il meteo nelle Marche. Piogge e vento (nonostante qualche danno nell’entroterra per le forti raffiche) hanno avuto l’effetto di migliorare la qualità dell’aria mettendo un argine allo smog che era andato accumulandosi fino a una situazione di preallarme.

Le rilevazioni

Tra il 12 e il 21 febbraio sono stati rilevati ben 23 superamenti delle 17 centraline dell’Agenzia regionale di protezione ambientale, che registrano le Pm10, le polveri sottili: 3 in ognuna delle stazioni di Chiaravalle, Fano, Pesaro e Urbino; 2 ad Ancona Cittadella, Ancona Stazione, Jesi, Fabriano, e San Benedetto; 1 in zona scuola di Falconara.

Nella norma, Ascoli Piceno Monticelli, Civitanova Marche zona Ippodromo, Falconara Alta, Genga cuore del Parco della Gola della Rossa, Collevario di Macerata, Montemonaco e Ripatransone. Per il direttore tecnico scientifico di Arpa Marche, Giorgio Catenacci «è il risultato di un blocco meteorologico che, dal 25 dicembre, ha creato condizioni che hanno mantenuto gli inquinanti, le polvere sottili vicino al suolo». Un meteo sfavorevole che da Natale all’altro ieri non aveva consentito agli inquinanti di spandersi, facendo registrare alla rete di monitoraggio della qualità dell’aria frequenti superamenti dei livelli di soglia previsti dalla normativa.

Il ristagno anomalo

«Un ristagno – osserva – a cui ci stiamo abituando anche in questo periodo. Siamo nella stagione invernale ma, per l’anomalo lungo periodo senza piogge, è risultato statisticamente un po’ più importante degli altri anni». La situazione si è aggravata per la scarsa capacità di diluizione degli inquinanti presenti non solo nelle Marche ma su tutta la pianura Padana e su parte dell'Italia centrale. «Situazione – spiega il direttore dell’agenzia - che sta rientrando nella norma con il peggioramento del tempo da venerdì, che contribuisce all’abbattimento delle micropolveri. In ogni caso – puntualizza - non siamo stati veramente preoccupati. Per far scattare l’allarme i superamenti devono essere almeno 5 consecutivi, per quello di preallarme ne bastano 3». I dati sono in linea con il quadro normativo italiano, ma non con quello che si appresta ad approvare l’Unione Europea per il 2030 e molto lontani dai valori di attenzione consigliati dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Il limite giornaliero

Il limite del Pm10 giornaliero dell’attuale direttiva prevede 50µg/mc (microgrammi per metro cubo) con sforamento massimo di 35 volte per anno mentre la nuova direttiva imporrà un limite di 45 µg/mc ed un massimo di 18 superamenti. Stesso valore per l’Oms che, tuttavia, considera allarmante se è superato 3 a 4 volte l’anno. Rapportato allo scorso mese di gennaio nelle Marche, significa che, se con gli indici attuali, nove centraline hanno complessivamente 42 volte registrato valori superiori ai 50 µg/mc, con la futura direttiva che impone un limite di 45 µg/mc, le centraline diventeranno undici. A Fano, Jesi, Ancona Stazione, San Benedetto, Ancona Cittadella, Pesaro, Chiaravalle, Falconara Alta e Falconara Scuola si dovrebbero aggiungere Fabriano ed Urbino. Ancora più severa, la revisione dello standard dei Pm2,5 (particelle inquinanti ancora più sottili delle Pm10). Adesso è di 25 µg/mc ma nel 2030 sarà di 10 µg/mc l’anno, anche se per l’Oms dovrebbe essere non superiore a 5 µg/mc ed introduce per la prima volta un superamento giornaliero di 25µg/mc con sforamenti che non possono superare 18 volte all’anno.

Indici che applicati al mese di gennaio fanno sì che avrebbero superato la media nel periodo di 25µg/mc Fano, Jesi, Ancona Stazione, Pesaro, Chiaravalle. Limiti che comunque rimangono, secondo l’ultimo rapporto “Mal’Aria di Città” di Legambiente, nelle soglie raccomandate dall’Oms. «Criteri – ricorda Catenacci – che non è corretto confondere con quelli applicati dall’Unione Europea. Sonoi valori del tutto diversi. Quelli dell’Oms mirano a identificare i livelli di soglia di protezione massima della salute; quelli europei tengono conto dell’equilibrio di una società complessa». Ossia dell’antropizzazione del territorio e dell’economia dei comprensori.

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