L’anno più difficile per il nostro miele: le arnie sono vuote. Il calo tra -60% e -80%. E c'è una produzione che è proprio scomparsa, ecco quale

L’anno più difficile per il nostro miele: le arnie sono vuote. Il calo tra -60% e -80%. E c'è una produzione è proprio scomparsa, ecco quale
L’anno più difficile per il nostro miele: le arnie sono vuote. Il calo tra -60% e -80%. E c'è una produzione è proprio scomparsa, ecco quale
di Andrea Fraboni
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Giovedì 25 Novembre 2021, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 15:13

ANCONA - Il 2021 è stato un anno nero per il miele. In Italia e anche nelle Marche. Ma purtroppo non è una novità. La scorsa primavera è stata caratterizzata da avversità meteorologiche di particolare rilievo ed estensione (gelate, lunghi periodi di basse temperature, vento forte) che hanno determinato il sostanziale azzeramento o la forte riduzione delle rese dei principali mieli primaverili e compromesso anche le produzioni estive in uno scenario ulteriormente aggravato dalla prolungata siccità.

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Un quadro piuttosto drammatico che ha costretto gli apicoltori ad intervenire con la nutrizione di emergenza quasi ovunque e per gran parte della stagione, con il rischio diffuso di perdita di patrimonio apistico e di aziende che affrontano l’ennesima annata negativa che mette in crisi le oltre 60 tipologie di miele.


Sos miele Marche
Nelle Marche una produzione dimezzata, in alcuni casi alcune produzioni sono scomparse come per il miele di acacia. Numeri pesanti, con cali tra il 60 e l’80% delle produzioni. A Toscana ed Emilia Romagna è andata addirittura peggio: addirittura -95%. Ma nella nostra regione il settore dell’apicoltura professionale potrà beneficiare dei sostegni economici per le perdite dovute all’epidemia da Covid 19 e per gli eventi climatici avversi.

Su proposta del vicepresidente Mirco Carloni, assessore all’Agricoltura, la giunta regionale ha attivato una linea d’intervento nell’ambito delle risorse stanziate dalla Regione per la ripartenza delle Marche. A disposizione ci sono 540mila euro che verranno assegnati, “una tantum”, agli apicoltori richiedenti con minimo 50 arnie censite alla Banca dati apistica. Contributi a fondo perduto, fino a un massimo di 30mila euro a impresa, per i quali non sono previsti criteri di selezione delle domande. «Garantiamo un contributo forfettario in conto capitale in relazione agli alveari, compresi nuclei e sciami, dichiarati e verificati nel corso dell’istruttoria - spiega Carloni - È una misura di aiuto fortemente richiesta e attesa dal mondo dell’apicoltura professionale regionale che, per la prima volta nelle Marche, strutturiamo allo scopo di sostenere un settore produttivo zootecnico di rilievo per la nostra regione e di importanza strategica per il mantenimento degli equilibri ambientali». L’obiettivo, evidenzia il vicepresidente, è quello di «garantire una liquidità aziendale, come fatto negli altri settori produttivi. Il ristoro che garantiremo sarà tutto sorretto con i fondi del bilancio regionale».


Una boccata d’ossigeno
I quattro consorzi apistici delle Marche hanno espresso soddisfazione per il provvedimento adottato dalla giunta della Regione al fine di sostenere gli apicoltori colpiti dalla crisi di produzione degli ultimi mese. I presidenti dei Consorzi della provincia di Pesaro e Urbino (Frederic Oliva), di quella di Ancona (Sergio Coccarini), di Macerata (Alvaro Caramanti) e delle province di Fermo-Ascoli (Giovanni Zucconi), hanno ringraziato «per il concreto sostegno economico ai nostri associati. Un intervento che porta di conseguenza dei benefici all’attività connessa all’apicoltura e al ruolo prezioso svolto dalle api nella tutela della biodiversità». Soddisfazione per il sostegno anche da parte della presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni, e del direttore Alberto Frau: «Il meteo impazzito ha letteralmente azzerato alcune produzioni come l’acacia e ridotto al minimo tutte le altre come il castagno, il millefiori estivo e quello primaverile e il girasole».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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