A14, il pensiero di Iacobucci: «I danni economici su strada? Dall’incertezza alla rinuncia»

A14, il pensiero di Iacobucci: «I danni economici su strada? Dall’incertezza alla rinuncia»
A14, il pensiero di Iacobucci: «I danni economici su strada? Dall’incertezza alla rinuncia»
di Maria Cristina Benedetti
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Martedì 7 Febbraio 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 17:43

ANCONA- Infrastrutture e sviluppo economico, un binomio inscindibile per Donato Iacobucci. Il prof di Economia applicata della Politecnica delle Marche va oltre l’effetto-facciata: «La relazione esistente è ben nota. È necessario tuttavia considerare l’efficienza e l’efficacia delle vie di comunicazione rispetto ai bisogni della popolazione e delle imprese». 

Della serie? 
«È inutile disporre di un aeroporto se non vi sono voli di collegamento».

Nel caso delle autostrade?
«Il loro dinamismo è associato ai tempi di percorrenza.

Il tratto marchigiano della A14 a sud del casello di Sant’Elpidio a Mare soffre di una doppia limitazione. Da una parte il mancato completamento della terza corsia determina la presenza di un’infrastruttura di trasporto di per sé non più adeguata rispetto al volume del traffico, in particolare nei momenti di picco giornalieri, settimanali e annuali».

 
Dall’altra?
«Le carenze nella programmazione delle manutenzioni producono da anni una situazione di disagio per la presenza di continui restringimenti e cambi di corsia». 

Morale? 
«Di fatto, su alcune traiettorie si viaggia a una velocità media non dissimile da quella della viabilità normale, rendendo del tutto inutile l’autostrada». 

L’impatto di questa strozzatura nei collegamenti su gomma?
«Hanno ripercussioni negative su vari fronti, non solo per chi utilizza questa fettuccia d’asfalto come transito da sud e a nord delle Marche. A esserne svantaggiati sono anche i cittadini e le imprese del meridione della regione. L’assenza di un connessione veloce all’interno fa sì che la strada che corre lungo la costa risulti essere il principale collettore per chi vive e opera nell’entroterra». 

La direttrice degli ostacoli si dilata. 
«Certo, il problema riguarda anche gli spostamenti verso ovest, dal momento che la percorrenza della A14 è funzionale al raggiungimento degli assi autostradali e stradali verso l’interno dell’Abruzzo e dell’Umbria». 

Converta in cifre. 
«Gli economisti dei trasporti sono in grado di fornire stime del valore del tempo, sia per la popolazione sia per le merci. Le analisi costi-benefici effettuate, per valutare la convenienza degli investimenti nelle infrastrutture, si basano proprio sul calcolo dei risparmi di tempo che la realizzazione di queste infrastrutture consentirà di ottenere per gli spostamenti della popolazione e delle merci».

Dettagli, prego. 
«Come è facile intuire la stima dipende da molti parametri, si va da pochi euro per ora a diverse decine di euro. Apparentemente si tratta di piccoli valori ma se li moltiplichiamo per il totale delle persone e delle merci in movimento nel corso dell’anno otteniamo cifre molto significative. Ma c’è un paradosso». 

Lo espliciti.
«In questo caso misuriamo non i risparmi di tempo indotti dall’utilizzo di un’infrastruttura, ma i disagi causati dalla sua inadeguatezza strutturale e dall’impossibilità di fruirne in condizioni di normalità». 

Il vuoto a perdere? 
«Esatto. La quantificazione economica di tali disagi richiederebbe un’analisi specifica ma risulterebbe sicuramente significativa in termini di impatto sul reddito delle province di Ascoli e Fermo e della regione nel suo complesso».

Semplifichi il concetto. 
«In questo caso i danni economici non sono relativi solo ai maggiori tempi di percorrenza, ma anche alla loro maggiore incertezza e variabilità che causano fastidi aggiuntivi determinati dall’impossibilità di programmare con efficacia i tempi e le modalità di spostamento».

Fissi le estreme conseguenze. 
«La mancata finalizzazione delle operazioni o la rinuncia a metterle in atto».

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