Serrapetrona, in sedia a rotelle dopo aver preso un antibiotico. Appello di Fabrizio Gentili ai ministri Schillaci e Locatelli: «Ora lo Stato non deve abbandonarmi»

Fabrizio Gentili ai ministri Schillaci e Locatelli: «Ora lo Stato non deve abbandonarmi»
Fabrizio Gentili ai ministri Schillaci e Locatelli: «Ora lo Stato non deve abbandonarmi»
di Marco Pagliariccio
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Venerdì 5 Gennaio 2024, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 10:29

SERRAPETRONA «Chiedo solo che lo Stato non mi abbandoni in questa battaglia: è l’appello che rivolgo ai ministri Schillaci e Locatelli». Fabrizio Gentili, il docente quarantottenne di Serrapetrona costretto su una sedia a rotelle a causa delle reazioni avverse scatenate da un antibiotico assunto per curare un’infezione alle vie urinarie, non si vuole arrendere e lancia il suo nuovo appello al ministro della salute Orazio Schillaci e a quella della disabilità Alessandra Locatelli. Un grido di dolore per tenere accesi i riflettori su una vicenda che suscita tanto solidarietà quanto rabbia.

La vicenda

La storia di Gentili rimbalza ormai da giorni sui media e sui social, sia a livello locale che nazionale.

A luglio 2022, l’uomo, docente di fisica e matematica al liceo Galilei di Macerata, assume un farmaco prescrittogli dal medico di famiglia per curare dei problemi a livello urinario. Il suo fisico crolla di schianto, finendo praticamente immobilizzato a causa dei fortissimi dolori ai tendini e alle ossa su tutto il corpo. Inizia un’odissea fatta di peregrinazioni tra ospedali e pronto soccorso, da Macerata ad Ancona passando per Foligno, Jesi e Benevento, e con centinaia di analisi del sangue che mostrano risultati perfetti e nessun segno di infiammazioni. Non c’è cura che faccia effetto, che sia cortisone o cos’altro, men che meno la fisioterapia, figuriamoci la camera iperbarica.

E così dopo 17 mesi di inferno, il 1° gennaio Fabrizio decide di vuotare il sacco e raccontare la sua storia, che dai social arriva a centinaia di migliaia di persone. Si scatena la gara di solidarietà, in tantissimi gli scrivono per cercare di capire come poterlo aiutare e tra questi anche medici e avvocati. Proprio con loro Gentili sta valutando altre strade da percorrere e capire se ci sarebbe margine per adire le vie legali.

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