Sequestrano un cassiere sotto casa e vanno in banca per la rapina, usato anche un finto esplosivo

La banca rapinata a Pieve Torina
La banca rapinata a Pieve Torina
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Sabato 4 Gennaio 2020, 08:05 - Ultimo aggiornamento: 15:20

PIEVE TORINA - Rapina da film ieri mattina alla filiale di Ubi Banca a Pieve Torina. Il bottino è ingente: 30 mila euro custoditi in una valigetta e quanto contenuto (è in corso l’inventario) in più di dieci cassette di sicurezza situate nel caveau ed aperte dai malviventi. Tutto è iniziato intorno alle otto del mattino, quando tre malviventi hanno atteso sotto casa a Caccamo di Serrapetrona Francesco Dell’Erba, dipendente dell’istituto di credito, che come ogni mattina è uscito per recarsi al lavoro a Pieve Torina. I malviventi hanno minacciato l’uomo costringendolo a salire sulla sua auto, una Mini Cooper. Una volta raggiunta la filiale, che si trova tra via Roma e via Vignoli, ai margini della zona rossa, hanno costretto l’uomo ad aprire la banca, lo hanno fatto sedere, mettendo sotto la sua sedia un candelotto, minacciando di farlo saltare in aria, ma poi è risultato che il marchingegno era fatto di plastilina per bambini. A riprendere la scena le telecamere di videosorveglianza. Una volta dentro i ladri hanno costretto Dell’Erba a scrivere un cartello a mano con le parole “Chiuso per terminale non funzionante”, che hanno appeso alla porta d’ingresso, per evitare di essere intralciati. 

Per oltre tre ore, i delinquenti hanno minacciato Dell’Erba, 49 anni, per riuscire a prendere i soldi. I malviventi hanno rubato quelli portati in mattinata da una guardia giurata di una ditta privata, circa 30mila euro, che erano contenuti all’interno di una valigetta. Il vigilante non si è accorto che in quel momento era in corso una rapina ed è uscito. I banditi, come detto, sono entrati nella zona del caveau, che custodisce le cassette di sicurezza, con valori e oggetti preziosi depositati in custodia alla banca dai proprietari: ne hanno aperte oltre una decina, il valore di quanto asportato - in questo caso - è ancora da quantificare. Ma sarebbe una cifra molto rilevante (ieri i militari dell’Arma stavano contattando tutti i proprietari). Intorno alle 10,30 è passato un anziano di Pieve Torina, ma anche lui non ha sospettato nulla: «Sono uscito di casa per andare a fare colazione - racconta -, sono passato davanti alla banca ed ho visto Dell’Erba seduto con accanto un uomo. Fuori, davanti alla banca, ce n’era un altro con il cappello con la visiera davanti al volto, non l’ho visto bene. Ho visto che metteva qualcosa in auto, ho pensato che stesse portando qualcosa al dipendente della filiale, magari un omaggio per le feste. Non avrei mai pensato a una rapina». Nessuno si è accorto di nulla nemmeno al piano di sopra, che ospita uno studio professionale, nessun rumore sospetto ha attirato l’attenzione, nella zona semi disabitata dove si trova l’istituto di credito. Tra l’altro ieri mattina, nella filiale di Pieve Torina, era partita la novità, come recita un cartello all’ingresso, che nei giorni di mercoledì e venerdì, non è attivo il servizio cassa; per questo durante la mattinata Francesco Dell’Erba era solo. Intorno alle 11,40, portato a termine il loro raid, i ladri hanno legato l’uomo e si sono dati alla fuga sulla sua auto, abbandonandola non lontano da casa di Dell’Erba, per poi salire probabilmente su un’altra auto, con cui sono giunti a Serrapetrona. 

Le urla del dipendente bancario sono state sentite da un uomo che passava ed ha dato l’allarme. Sul posto sono giunti i carabinieri della Compagnia di Camerino e di diverse stazioni della zona, i vigili del fuoco e l’ambulanza del 118. Gli operatori dell’emergenza sanitaria hanno condotto Dell’Erba all’ospedale di Camerino, dopo che l’uomo ha avuto un malore. «Avrei dovuto esserci io al lavoro, ma ero in ferie e sono scampato alla rapina – racconta Antonio Franconi, l’altro dipendente della filiale Ubi di Pieve Torina – il mio collega era solo perché la cassa è chiusa, ha dovuto affrontare tutto questo da solo, era sotto choc, è stato in balia dei malviventi, se fossimo stati in due sarebbe stato diverso, ci saremmo fatti forza l’un altro».

I carabinieri hanno eseguito rilievi minuziosi, alla ricerca di eventuali impronte o tracce lasciate dai rapinatori, all’interno della banca era rimasto il cellulare di Dell’Erba - noto anche come allenatore di calcio - che ha continuato a squillare in continuazione. 

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