«In uno dei classici momenti in cui si va a sistemare le cianfrusaglie in soffitta è uscito fuori il manoscritto di mio padre Costantino - racconta Ezio Quattrini -. Un quadernino a righe con i bordi rossi. L’ho aperto e ho iniziato a leggere. Le prime cinque pagine mancavano, poi le altre erano tutte numerate. Quello che ho notato subito è stata la forma: mio padre era un contadino, ma i racconti sono scritti bene, forse lo ha aiutato qualcuno». È nella lettura che il figlio si perde tra le pagine del dolore vissuto dal padre durante la guerra: venne catturato nel 1943, mentre stava svolgendo il servizio militare in Liguria. Da lì i momenti tragici della deportazione raccontati nel manoscritto, fino al suo ritorno a Civitanova nel ‘45 e finalmente nella sua casa di Montecosaro raggiunta a piedi. «Ho trovato argomenti molto toccanti che avevo sentito raccontare da mio padre. Capitava quando a casa veniva a trovarlo qualcuno che, durante la guerra, aveva fatto la sua stessa esperienza. Sapevo anche dell’esistenza del diario, ma purtroppo da giovani si presta poca attenzione a questi racconti. Leggere oggi le pagine scritte da mio padre mi ha fatto un altro effetto. Da insegnante mi è capitato di accompagnare anche gli studenti al campo di concentramento di Dachau e ho visto che anche i ragazzetti più scalmanati, quando entrano in quell’ambiente percepiscono la serietà di quella situazione e la drammaticità della storia».
Il giovane
A far riflettere l’insegnante in pensione anche il pensiero dell’età che aveva suo padre quando ha vissuto il dramma della guerra: «È del 1921 (Costantino è morto nel 2000, ndr) aveva 22 anni, cosa può provare un giovane a quell’età?».
Il quaderno
Toccato da quanto ritrovato in soffitta, Ezio ha portato il quaderno al cugino Fabrizio Quattrini, dell’associazione nazionale Combattenti e reduci che ora si è impegnato per conferire a Costantino la medaglia d’onore. «Ho trascritto al computer il diario di Costantino - dice Fabrizio Quattrini - e ho avviato l’iter per fargli ottenere la medaglia d’onore. A Montecosaro siamo già riusciti a conferirne almeno dieci e a riportare a casa alcune salme dei concittadini dalla Germania». In merito al diario, secondo Fabrizio Quattrini «è stato scritto una volta che Costantino era tornato a casa. Probabilmente lui ha preso degli appunti in guerra, dal momento che cita date e giorni precisi, magari in un piccolo diario, ma poi a casa lo ha trascritto. Si vedono le macchie lasciate sui fogli dal pennino a china. Questa è la spiegazione più plausibile».