Macerata, spaccio di droga al parco
anche a minori: arrestati 4 stranieri

Macerata, spaccio di droga al parco anche a minori: arrestati 4 stranieri
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Sabato 21 Luglio 2018, 04:20
MACERATA - Si sono finti clienti per non far insospettire i pusher. Una decina di “undercover”, agenti sotto-copertura, portandosi con gli spacciatori sotto l’obiettivo di telecamere ad altissima definizione e a infrarossi piazzati alcuni giorni prima, ha permesso di registrare e documentare circa una quarantina di episodi di spaccio, anche a minorenni. Giovedì, a conclusione dell’operazione denominata “Piazza pulita”, sono scattati gli arresti differiti nei confronti di quattro africani richiedenti asilo, tutti tra i 20 e i 24 anni.
  
I dettagli dell’attività, avviata i primi di marzo scorso e andata avanti per circa due mesi sotto il coordinamento del procuratore Giovanni Giorgio, sono stati illustrati ieri mattina nel corso di una conferenza stampa dal questore Antonio Pignataro e dalla dirigente della Squadra Mobile, Maria Raffaella Abbate. «La sicurezza è garantita – ha esordito il questore –. I cittadini di Macerata possono stare sicuri perché abbiamo la certezza di combattere la criminalità 24 ore su 24, con risultati concreti. La filiera istituzionale, ancora una volta, con il procuratore Giorgio funziona perfettamente, sia al livello giudiziario sia al livello di scurezza».

 

 
A marzo scorso, a poche settimane dal brutale assassinio di Pamela Mastropietro gli agenti della Squadra Mobile – all’epoca guidata dal vice questore aggiunto Alessandro Albini – avevano avviato un’attività antidroga specifica ai Giardini Diaz. Grazie al supporto di dieci agenti sotto-copertura inviati dal Servizio centrale operativo del Ministero degli interni – interessato insieme alla Direzione centrale dei servizi antidroga – che si sono finti acquirenti, sono state documentate una quarantina di cessioni, tra marijuana e hashish, avvenute in particolare nella zona della Terrazza dei popoli, da parte di quattro richiedenti asilo, tra i 20 e i 24 anni, tre del Gambia e uno della Guinea.
Quest’ultimo, il guineano, è lo stesso che il 15 giugno scorso, di notte, era stato bloccato dalla polizia durante un furto nella copisteria Scripta Manent in via Don Minzoni e che aveva reagito aggredendo i poliziotti, sputando e urlando: «Io vi taglio a pezzi e vi mangio. Pezzi di m…, italiani di m…. La legge in Italia non può farmi nulla, prendo una pistola e vi ammazzo, lo giuro su mia madre e su Allah. Figli di p…, io non ho nulla da perdere, vi denuncio tutti, io ho fatto la guerra, nulla mi fa paura. Ne ho ammazzati tanti e ammazzerò anche voi». Per quei fatti è in carcere e l’arresto gli è stato notificato giovedì, si chiama Alieu Mamadou. È difeso dall’avvocato Simone Matraxia. Con lui anche i tre gambiani: Lamin Manneh, 20 anni, Ibrahima Bah, 24 anni e Alieu Jobarteh, 21 anni.
I loro acquirenti erano tutti giovanissimi, alcuni minori, il più piccolo ha 12 anni, un bambino. «Le cessioni – ha spiegato il capo della Mobile, Abbate – avvenivano dalla tarda mattinata fino a sera».
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