A scuola d’estate? I dirigenti frenano: «Organizzazione complicata e troppe incertezze»

Discussione aperta sul ritorno a scuola d'estate
Discussione aperta sul ritorno a scuola d'estate
di Mauro Giustozzi
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Giovedì 29 Aprile 2021, 07:40


MACERATA - La scuola potrà rimanere aperta questa estate. Il Miur ha approvato il piano estate 2021 con l’obiettivo di recuperare apprendimento e socialità perduta. Ci saranno laboratori e attività di musica, arte, sport e digitale da giugno a settembre, su base volontaria. Ma la novità non scalda troppo dirigenti scolastici e studenti, con i primi che vedono ricadere sulle loro spalle tutta l’organizzazione ed i secondi che nei mesi estivi preferiscono una socialità diversa da quella che può offrire l’ambito strettamente scolastico. 

 

«Tutto quello che viene in più in questo anno scolastico tribolato – esordisce Claudio Bernacchia, dirigente scolastico del liceo classico Leopardi di Recanati - è bene accetto ma quello che mi lascia perplesso è la realizzazione. Apparentemente la scuola si ferma a giugno e riparte a settembre ma questo non avviene nella realtà in quanto il lavoro prosegue anche in quei periodi. Poi bisogna pure valutare che con gli esami di maturità la scuola chiude a luglio e riapre a fine agosto con gli esami di recupero. Da un punto di vista organizzativo la vedo complicata, anche per verificare la disponibilità volontaria dei docenti che dopo aver lavorato duramente e con più difficoltà del passato per questi mesi non so se avranno ancora le forze per mettersi a disposizione in estate. Rinunciando a parte delle loro ferie. Magari si potrebbe puntare sui docenti supplenti. Si tratta comunque di mettere in moto una macchina complessa dopo un anno così stressante». 

Dal suo punto di vista il dirigente del liceo recanatese avrebbe preferito che quelle risorse stanziate fossero state indirizzate per una ripresa migliore della scuola a settembre. «Se non si interverrà su dimensionamento delle aule scolastiche e sui trasporti il rischio è che a settembre si ricominci dalla stessa situazione e dai problemi attuali – sottolinea Bernacchia - e ciò sarebbe molto grave.

Il progetto della scuola aperta anche in estate è un bel desiderio che si scontra però con la realtà. Con la responsabilità che ricade poi unicamente sulle spalle dei dirigenti scolastici».

All’Alberghiero di Cingoli ancora non è stata affrontata nei particolari la questione relativa ai corsi estivi che saranno all’ordine del giorno nella prossima riunione del collegio dei docenti. «Più che per un recupero potrebbe essere un arricchimento sulle attività già programmate per luglio – dice la dirigente scolastica del “Varnelli” Antonella Canova – Per esempio le attività laboratoriali sono state portate avanti indipendentemente dalle percentuali di studenti in presenza. Si parla di corsi facoltativi, per cui vanno coinvolti anche i docenti. E’ una proposta da approfondire che affronteremo nel prossimo collegio dei docenti a maggio, anche sul piano organizzativo. E’ da verificare anche in che maniera la scuola può applicare le indicazioni del governo. Avrà la libertà di programmarli o dovrà seguire le direttive del governo?».

Anche gli studenti sono piuttosto freddi nell’accogliere la novità emanata dal Miur. «Io credo che la socialità dei ragazzi in estate non è garantita da una scuola - afferma Leonardo Simoncini, rappresentante della Consulta degli studenti - ma piuttosto da una cerchia di amicizie e attività che fai al di fuori degli istituti. In qualche caso magari sarebbe utile, mi riferisco a difficoltà e disagio di giovani cui la scuola può sopperire, ma ritengo sia stata una manovra per cancellare la chiusura di un anno scolastico vissuto in altalena da docenti e studenti. Credo che sarebbe stato più utile spendere questi fondi in prospettiva per ripartire meglio a settembre cercando di evitare il ripetersi delle criticità emerse durante tutto l’anno che sta terminando». 
 

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