Raccomandate a grappoli dell’Asur ai sanitari non immunizzati: ecco le disposizioni

L’ospedale civile di Macerata
L’ospedale civile di Macerata
di Luca Patrassi
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Lunedì 21 Giugno 2021, 10:30

MACERATA  - Una pioggia di raccomandate con ricevuta di ritorno inviate dall’Asur all’indirizzo degli operatori sanitari – medici, infermieri e tutte le altre categorie – che non risultano essersi vaccinati. Carta intestata Asur con, in alcuni casi, anche la sigla di un’Area vasta diversa da quella di appartenenza dei destinatari della missiva. «In caso di mancato recapito – è scritto nella lettera – restituire a Komunika Srl zona industriale Capannone, Caraffa di Catanzaro»: una società calabrese per gestire le comunicazioni.

La lettera Asur è firmata da una dirigente dell’Area vasta 3, la responsabile dell’unità operativa complessa Igiene e Sanità Pubblica Franca Laici. La raccomandata è stata consegnata a parecchie decine di operatori sanitari dell’Av3 pochi giorni fa, alcuni hanno sottolineato come i portalettere siano stati particolarmente attenti nel cercare qualcuno della famiglia per lasciare la raccomandata senza attivare la procedura di avviso o di deposito. 


Cinque giorni il termine indicato dall’Asur per rispondere e comunicare l’avvenuta prenotazione del vaccino o la certificazione del differimento: si fa riferimento al decreto legge numero 44 del primo aprile scorso che appunto «al fine – come ricorda l’Asur nella raccomandata – di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura ed assistenza, prevede l’obbligo di sottoporsi a vaccinazione gratuita per la prevenzione dell’infezione da Sars Cov 2 per gli esercenti professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la propria attività presso le strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali, pubbliche o private, nelle farmacie, parafarmacie e studi professionali».


Dunque cinque giorni che scadono agli inizi della settimana entrante, poi in teoria l’Asur dovrebbe dar corso al procedimento previsto dal decreto con la sospensione o il demansionamento degli operatori che rifiutano il vaccino.

Peraltro non si tratta di No vax in senso stretto, nel gruppo ci sono anche quanti sono stati contagiati dal virus e, avendo ancora gli anticorpi, hanno chiesto di vaccinarsi più tardi. 


Ora invece, quando l’ondata pandemica appare in regressione a distanza di oltre un anno dal primo picco, l’accelerazione della Regione rivolta agli operatori sanitari che chiede loro di vaccinarsi e di firmare anche il consenso informato: un doppio passaggio che sta sollevando ulteriori interrogativi. Resta da attendere la scadenza dell’ultimatum per verificare le prossime mosse dell’Asur e dei diretti interessati.

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