MACERATA - Colpi di cinte, pugni e spintoni nei confronti di un giovane appartenente all’area antifascista maceratese Antifà. Per sette persone, quasi tutte appartenenti al gruppo studentesco di Casapound, è scattata l’accusa di lesioni aggravate, nei guai è finita anche un’ottava persona che insieme ad un amico è accusata di porto di armi o oggetti atti ad offendere per aver portato fuori dall’abitazione un manganello telescopico.
Il giovane aggredito ieri si è costituito parte civile. A processo, dunque, per i due reati contestati a vario titolo sono finiti Francesco Giuseppe Pacini, 30enne di Porto Sant’Elpidio; Andrea Lamona, treiese di 45 anni; Carlo Gasparetti, 67 anni di Macerata; Nilo Di Pietro, ascolano di 23 anni; Eliseo Annavini, sarnanese anche lui di 23 anni; Alessandro Scafa, 32 anni di Sarnano; Matteo Vecchi, 36 anni di Petriolo e Fabrizio Baioni, maceratese di 43 anni.
La violenta aggressione risale a tre anni fa. Era il 29 novembre del 2018 quando, secondo la ricostruzione accusatoria sette persone tutte appartenenti a “Casapound – Blocco studentesco” attraverso l’uso di cinte avrebbero colpito ripetutamente un giovane appartenente alla contrapposta area antifascista maceratese Antifà.
Sempre secondo la ricostruzione accusatoria Baioni e Di Pietro, in concorso, senza un giustificato motivo, avrebbero portato fuori dalla propria abitazione un manganello telescopico, per questo motivo a entrambi viene contestato il reato di porto di armi od oggetti atti ad offendere. A seguito della citazione diretta a giudizio ieri mattina si è aperto il processo di primo grado a carico degli otto imputati dinanzi al giudice monocratico Vittoria Lupi e al pubblico ministero Rocco Dragonetti. Il giovane aggredito si è costituito parte civile con l’avvocato Paolo Cognini, poi l’udienza è stata rinviata al 22 giugno del prossimo anno per iniziare a sentire i primi testimoni indicati dall’accusa. Gli imputati sono difesi a vario titolo dagli avvocati Maria Cristina Ottavianoni, Alessandro Verdicchio, Paolo Cecchetti e Dalia Bernabucci.
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