Pamela, indagine sui complici di Oseghale: chiesta l’archiviazione del caso. La decisione della Procura generale

Innocent Oseghale
Innocent Oseghale
di Benedetta Lombo
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Venerdì 25 Marzo 2022, 05:45

MACERATA - Omicidio di Pamela Mastropietro, la Procura generale chiede l’archiviazione dell’indagine, la terza ad oggi, sui presunti complici del nigeriano Innocent Oseghale nell’omicidio della 18enne romana avvenuto il 30 gennaio del 2018 nella palazzina al civico 124 di via Spalato a Macerata.

Per la Procura generale (l’indagine fu avviata dall’allora Pg Sergio Sottani e dal sostituto Ernesto Napolillo e poi proseguita da quest’ultimo con il collega Salvatore Campochiaro) non ci sarebbero elementi sufficienti a sostenere l’accusa in giudizio nei confronti di due extracomunitari individuati nel corso delle indagini e ha chiesto l’archiviazione. 


I familiari di Pamela attraverso il loro legale (e zio materno della 18enne) Marco Verni hanno presentato opposizione e già nei prossimi giorni il Gip di Macerata potrebbe fissare l’udienza.

Il procedimento per concorso in omicidio era nato nell’autunno del 2020 (a ottobre di quell’anno si concluse il processo d’Appello nei confronti di Oseghale con la conferma dell’ergastolo per tutti i reati contestati). I familiari di Pamela avevano da sempre sostenuto che non era possibile che Oseghale avesse potuto fare tutto da solo ipotizzando che in quella casa quando la 18enne fu uccisa e fatta a pezzi ci fosse anche qualcun altro. Non solo.

Per la famiglia sarebbe stato necessario approfondire ulteriormente le indagini sulla “mafia nigeriana” ritenendo probabile che l’organizzazione fosse presente anche a Macerata e nelle Marche. Ma già subito dopo il delitto la Procura di Macerata avviò attente indagini per verificare il possibile coinvolgimento di altre persone. L’attività investigativa portò inizialmente a ipotizzare il coinvolgimento di altri due connazionali, Desmond Lucky e Lucky Awelima, ma all’esito degli accertamenti la Procura non rilevando elementi a loro carico chiese l’archiviazione (era il 2019), i familiari di Pamela fecero opposizione solo per la posizione di Desmond ritenendo che ci fossero ancora coni d’ombra sulla sua possibile partecipazione al delitto.

Il Gip, invece, ritenne che i Ris avevano eseguito accertamenti completi su Dna e impronte e in merito alla richiesta di ulteriori accertamenti sulla “mafia nigeriana”, per il giudice non ce n’era necessità dal momento che non ci sarebbero stati concreti elementi a carico degli indagati su un’eventuale affiliazione all’organizzazione criminale denominata “mafia nigeriana”. Si chiuse con un’archiviazione anche l’indagine a carico di un terzo nigeriano, Antony Anyanwu, indicato come “il Santo”: fu ritenuto non solo dalla Procura, ma anche dal gip non perseguibile per assenza di prove significative a suo carico. 


Sempre la Procura maceratese aprì un terzo fascicolo, sempre per l’ipotesi di reato di concorso in omicidio, ma questa volta contro ignoti. Il procedimento nacque a seguito di un sopralluogo effettuato nell’appartamento di via Spalato, prima della restituzione al proprietario. Furono trovati tre oggetti, tra cui un bigliettino di un tassista, sui quali i familiari di Pamela avevano chiesto venissero svolti accertamenti. I Pm affidarono l’incarico ai Ris e gli accertamenti diedero esito negativo.

A seguito di quella relazione la Procura chiese l’archiviazione, l’avvocato Verni presentò istanza di opposizione inviando parallelamente una memoria alla Procura generale. Prima del giorno fissato per la discussione la Procura generale avocò a sé il fascicolo affidando al Ros di Ancona l’incarico di eseguire ulteriori accertamenti. Passato in mano ad Ancona, due extracomunitari finirono nel registro degli indagati, ma al termine degli accertamenti anche per la Procura dorica non ci sarebbero elementi a loro carico e ha chiesto l’archiviazione. I familiari di Pamela hanno presentato opposizione. La questione sarà discussa davanti al Gip del Tribunale di Macerata.

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