MACERATA Una maxi rissa a colpi di spranghe, scoppiata dopo la mezzanotte di domenica scorsa a Macerata, davanti al bar Nino di via Roma, ha destato forte preoccupazione tra la popolazione anche in considerazione dei numerosi video che ritraevano le fasi più concitate del violento scontro, diventando virali sui social. Immagini da cui è stato possibile assistere a una notte di violenza tra una ventina di persone straniere che si sono affrontate con spranghe, mazze da baseball e coltelli.
Le conseguenze
Le conseguenze per quattro di loro, che hanno fatto poi ricorso alle cure del 118, sono state lievi, con prognosi dai tre ai sette giorni.
Le perquisizioni
Le perquisizioni effettuate alle auto hanno consentito di trovare mazze da baseball e un coltello a serramanico. Le successive indagini hanno poi portato al rinvenimento anche di un secondo coltello, a lama fissa, e ad altri bastoni e spranghe abbandonati durante la fuga. Circostanze che inducono gli inquirenti a ritenere che l’azione sia stata sicuramente premeditata e che non sia il frutto di un acceso diverbio casuale, degenerato in seguito. I carabinieri sono riusciti a risalire a sette dei partecipanti alla rissa: secondo le indagini svolte si tratta di cittadini di origini egiziane, di età compresa fra i 34 e i 20 anni, abitanti a Macerata e nella provincia, che dovranno rispondere tutti di rissa in concorso. Alcuni di loro dovranno rendere conto anche del porto abusivo di armi e oggetti atti ad offendere oltre che delle lesioni personali aggravate riportate dai feriti.
La contesa
Alla base della contesa risultano, secondo le prime indagini svolte, questioni lavorative mai risolte. Nei confronti dei cittadini egiziani coinvolti nella rissa i carabinieri di Macerata, che continuano a investigare per identificare anche gli altri partecipanti, hanno avanzato alla questura di Macerata la proposta per l’adozione di misure preventive idonee a garantire la sicurezza urbana come il foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel Comune di Macerata e del Dacur, il cosiddetto Daspo urbano. «C’è stata una reazione immediata da parte dei carabinieri, sul posto con tre pattuglie - commenta il comandante provinciale, colonnello Nicola Candido - che è poi proseguita con un’intensa attività d’indagine. I militari della Compagnia di Macerata con il Nucleo Radiomobile e il Nucleo Operativo hanno svolto un ottimo lavoro e mi preme ringraziarli. Le indagini andranno avanti per risalire alle altre persone coinvolte. Il territorio è costantemente controllato dalle forze dell’ordine e anche in questo caso la nostra risposta è stata tempestiva».