L’abbraccio a Nino Ricci: in tanti ai funerali dell’artista maceratese scomparso all’età di 91 anni

I funerali
I funerali
di Luca Patrassi
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Giovedì 28 Aprile 2022, 06:20

MACERATA - Tante testimonianze di affetto ieri nella chiesa di Santo Stefano per l’ultimo saluto all’artista Nino Ricci. In tanti si sono ritrovati nella chiesa, tanti maceratesi e non, che hanno avuto modo di conoscere l’artista nel suo percorso terreno fatti di 91 anni e di tanti ruolo svolti, dall’artista all’insegnante passando per il cittadino attento osservatore dei colori della sua Macerata.

 
Tra gli altri c’erano il sindaco Sandro Parcaroli, l’assessore comunale alla cultura Katiuscia Cassetta, l’ex assessore Stefania Monteverde, Adriano Ciaffi, gli architetti Sandro Polci, Marco Scrivani e Giuseppe Oresti, l’ingegnere Aldo Birrozzi, gli avvocati Bruno Mandrelli, Maurizio Cinelli, Carlo Cingolani, Alfonso e Federico Valori, Renzo Tartuferi, esponenti del mondo della cultura come Allì Caracciolo, Stefano Calisti, Paola Ballesi, Maurizio Boldrini, Alessandra Sfrappini, Franziska Kurth, Nicola Di Monte e Renato Pasqualetti. Il celebrante don Krzystof ha esordito con il dire: «Ha lasciato un bel segno» per poi parlare delle letture sacre: «Quello di oggi non è un funerale, è una festa perchè non finisce tutto qui, un giorno risorgerai». Il primo ad essere letto è un messaggio di Eugenio De Signoribus: «Sono costernato, dall’ultima volta che ci siamo visti non ho più sentito la tua voce ma resta l’affetto, per me non è cambiato nulla, la cordialità dell’accoglienza.

Ci rivedremo appena possibile, non un addio ma un arrivederci». Lucia Tancredi ha prima letto di un messaggio di Roberto Cresti ed ha poi raccontato Nino Ricci, le sue geometrie, «il voler mantenere un contatto con tutto e da tutti prendere quello che lo interessava, Nino è il genius loci di Macerata, i suoi colori, le geometrie, lo sguardo attento». Sandro Polci ha ripercorso la vita del suo amico collegando luoghi, itinerari, visioni di famiglia, l’arte e la scuola. «Nino aveva capacità di raccontare, già la prima sua lezione di Storia dell’arte è rimasta impressa a tutti noi quando si è presentato con una sedia in mano, ci ha chiesto cosa fosse per poi darci la sua visione, era gentile ma non accondiscendente, selettivo anche con le sue opere». Infine Allì Caracciolo: «Non posso parlare di te al passato, sei il creatore de “le forme” come ami chiarmarle… grazie della tua amabile conversazione. Quello che sei, è. Lo sai, non esiste il passato per l’Arte e la Poesia».

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