Macerata, la Finproject nel segno di Mattei. Maurizio Vecchiola: «Più forti nel mercato grazie a Eni»

La Finproject nel segno di Mattei, Vecchiola: «Più forti nel mercato grazie a Eni»
La Finproject nel segno di Mattei, Vecchiola: «Più forti nel mercato grazie a Eni»
di Luca Patrassi
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Martedì 26 Settembre 2023, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 14:03

MACERATA C’è chi parla di radici territoriali e chi, quelle radici, ha cura di svilupparle. Maurizio Vecchiola, marchigiano, classe 1974, è uno di quelli che è nato in provincia (Montegranaro), è vissuto in provincia, a Morrovalle nell’azienda fondata dalla sua famiglia e a Macerata dove ha studiato e scelto come riferimento, si è formato guardando il mondo ma avendo come modello chi - Enrico Mattei - della territorialità, della visione globale nel rispetto dei popoli, della dignità del lavoro delle persone ha fatto un brand mondiale. 

 

Vecchiola oggi è l’Ad di Finproject, nel frattempo divenuta - non per caso, ma per una precisa volontà dei fondatori - di proprietà di Versalis, società Eni.

Un’operazione che è precisa volontà dei fondatori, che l’hanno preferita ad altre offerte. Con Maurizio Vecchiola si parte dall’ultima importante iniziativa di Finproject, l’ingresso come main sponsor dello Sferisterio. «Il motivo? Amore per il territorio da un lato, sostenibilità e responsabilità sociale dall’altro. Sono questi i valori che animano da sempre l’operato di Finproject e che hanno trovato nel nuovo sodalizio con il Macerata opera festival una concreta possibilità di sviluppare e consolidare le due anime fondamentali per un Festival e per un’azienda come Finproject: da una parte la vocazione internazionale e dall’altra la componente identitaria della comunità». Da alcuni anni Finproject è una società del gruppo Eni. Vecchiola sottolinea gli elementi di maggior soddisfazione.

Il posizionamento

«L’unione delle forze di Versalis, l’azienda chimica di Eni, e Finproject ha consentito di rafforzare il nostro posizionamento nel mercato dei materiali speciali e delle soluzioni ad alto valore aggiunto. Sicuramente lo sviluppo di prodotti altamente innovativi, con una visione rivolta alla transizione energetica in corso e alla sostenibilità e circolarità, per dare vita a soluzioni in grado di apportare ammodernamenti in innumerevoli settori strategici come quello dei cavi energia, della calzatura, dell’automobile, il design, la moda e molte altre industrie in fase di sviluppo».

Il prodotto di maggior successo? «Non vi è un prodotto specifico ma un insieme di soluzioni. Il nostro modello di business ha di recente portato alla luce due nuovi prodotti brevettati e certificati. Xl extralight hypersoft: tecnologia esclusiva che garantisce grande comfort ed effetto ammortizzante ad ogni passo, oltre a flessibilità e durata. Xl extralight organix 3.0, nuovissimo materiale, leggero, confortevole e sostenibile, realizzato utilizzando materie prime biologiche da scarto certificate. Polidiemme Solar Film che è un materiale studiato per migliorare la curva di decadimento del modulo fotovoltaico, avere un prodotto che riesce a catturare più energia solare nell’arco della sua vita. Polidiemme G, un materiale che viene utilizzato per produrre i cavi di ricarica necessari a rifornire i veicoli elettrici». Vecchiola guida un’azienda che si occupa della lavorazione di materie plastiche e la ricerca sta percorrendo una strada ben precisa. 

Chimica verde



«Finproject - sottolinea l’Ad - ha individuato come uno dei suoi futuri approcci strategici la ricerca di prodotti basati sulla “chimica verde” e sui criteri della circular economy e non ultimo ha appena ottenuto nella sua speciale formulazione Sustainable+ la certificazione internazionale Grs che identifica i prodotti ottenuti da materiali da riciclo e da attività manifatturiere. Va poi aggiunto che produciamo da tempo utilizzando energia da impianti fotovoltaici e riducendo quasi a zero il consumo di acqua nel ciclo produttivo». Le imprese aiutano a vivere meglio o sono i territori che determinano il successo di chi li vive? «Sono convinto che il legame con il proprio territorio e tutti coloro che vi operano, rappresenti un nesso fondamentale dal quale partire per sviluppare un modello sociale di successo. La risposta a questo modello non si trova semplicemente nelle competenze di qualità che l’industria sa esprimere, ma anche nel modo di concepire lo sviluppo delle attività lavorative al cui centro deve permanere il benessere del territorio e delle persone che vi operano».

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