Macerata, emergenza infinita: è online lo spaccio delle nuove droghe

emergenza infinita: è online lo spaccio delle nuove droghe
emergenza infinita: è online lo spaccio delle nuove droghe
di Giulia Sancricca
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Domenica 4 Febbraio 2024, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 17:06

MACERATA  - «Se viene chiesto in maniera random agli studenti se hanno mai fatto uso di cannabis una volta nella vita il 74% risponde di sì. Il 50% l’ha usata nell’ultimo anno. La percentuale si abbassa ancora nell’ultimo mese fino ad arrivare al 7% che ne fa uso quotidianamente. Sono i dati standardizzati a nostra disposizione». È questo il quadro che emerge sull’uso di sostanze stupefacenti tra i giovani secondo quanto riporta Gianni Giuli, psichiatra e direttore del Dipartimento dipendenze patologiche dell’Ast di Macerata.

Una statistica nazionale allarmante e anche in provincia di Macerata nelle ultime settimane sono state diverse le sostanze trovate tra gli studenti dentro e vicino alcuni istituti scolastici.

Ed è allarme per le nuove droghe vendute sul web.


Il trend


«Benissimo i controlli, che evidenziano come ci sia sempre più precocità d’uso di queste sostanze per le quali vige ormai una normalizzazione, purtroppo molte volte anche da parte delle famiglie. C’è chi dice: “Che succede? Una canna se la fanno tutti”. Ma non è così», sottolinea Giuli. Allora lo psicoterapeuta spiega le conseguenze a cui i giovani vanno incontro con l’uso degli stupefacenti: «Il problema più grosso di un adolescente è che purtroppo il cervello mette in memoria l'effetto psicoattivo della sostanza. La memoria biologica del cervello connette allo stato di benessere e quando il giovane si trova a vivere una situazione spiacevole poi va a ricercare la sostanza che lo ha fatto stare bene. Fosse stata anche una sola volta».

E nonostante il dato sia allarmante, Giuli sottolinea che «al momento i numeri non riportano un aumento dell’uso tra i giovani rispetto agli anni passati». Poi il focus si sposta sui tipi di sostanze: «Il primo sballo sotto i 18 anni arriva con l’alcol, ricordando che si tratta di una droga per i minorenni. Poi c’è la cannabis che si trasforma nell’uso della cocaina in età più avanzata». In merito all’età: «Il passaggio tra la quinta elementare e la prima media - dice Giuli - è il momento in cui i ragazzi incontrano la droga. Non dico che la usino, ma sanno al cento per cento cos’è una canna. Il primo consumo di cocaina invece è molto più tardivo anche perché, rispetto alla cannabis, viene vista come una sostanza più pericolosa ed è su una fascia di popolazione molto più ampia, che arriva fino agli over 50 con varie modalità di consumo. Il passaggio alla scuola media è quindi il momento in cui le famiglie dovrebbero sorvegliare maggiormente i propri figli».

E se fino a qualche anno fa i giovani si rivolgevano agli spacciatori in strada per avere la sostanza, nel periodo della digitalizzazione si sta facendo largo un’altra insidia nell’ambito della droga: il mercato del deep web. «In internet si trovano 4mila sostanze che hanno un contenuto pericolosissimo. Abbiamo avuto due persone ricoverate in rianimazione con esami negativi per le sostanze di cui noi abbiamo i kit di controllo, ma in base ai sintomi i medici hanno capito che avevano assunto sostanze acquistate in internet che arrivano direttamente a casa». Di fronte all’emergenza, quindi, sono diversi i fronti su cui le istituzioni agiscono: «Non solo facciamo una grossa campagna di prevenzione sul territorio, coinvolgendo i ragazzi affinché siano pronti sin da subito a rifiutare la sostanza che viene offerta loro per la prima volta. Ma abbiamo attivato anche progetti di educativa di strada poiché bisogna uscire dagli ambulatori e andare tra i giovani. È una lotta che dobbiamo fare tutti insieme».

«Il Dipartimento di dipendenze patologiche dell’Ast di Macerata svolge un’importante compagna di prevenzione nella lotta alla droga nei confronti delle giovani generazioni - dichiara il direttore socio sanitario Giancarlo Cordani - e quotidianamente rivolge la propria attività a progetti di contrasto alle dipendenze, grazie alle elevate competenze professionali di tutti i sanitari che operano nella nostra azienda».

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