Macerata, Azka uccisa dalle lesioni
dell'investimento, ma è ancora giallo

Macerata, Azka uccisa dalle lesioni dell'investimento, ma è ancora giallo
di Benedetta Lombo
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Martedì 27 Febbraio 2018, 11:58 - Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 11:31
MACERATA - È morta per le lesioni causate dall’investimento Azka Riaz, la 19enne pakistana travolta da un’auto sabato scorso a Trodica di Morrovalle. È quanto emerge dalla lunga autopsia iniziata ieri mattina alle 11.30 all’obitorio dell’ospedale di Macerata e conclusa verso le 19.30. Otto ore per eseguire prelievi, tac ed effettuare tutti gli accertamenti utili a ricostruire da un punto di vista medico-legale quello che è successo la sera di sabato scorso.


Gli altri accertamenti
Nei prossimi giorni verranno eseguiti ulteriori accertamenti ma intanto, da quanto emerso ieri dall’esame eseguito dal medico legale Roberto Scendoni, il decesso della giovane sarebbe conseguente all’investimento. Una ruota dell’auto, una Ford C-Max condotta da un 52enne croato che vive a Montecosaro, è passata sul petto della 19enne schiacciandolo e provocando la rottura delle ossa. Due fratture sono state trovate sugli arti: una sul braccio sinistro e una sulla gamba sinistra all’altezza del femore, entrambe potrebbero essere state provocate a seguito dell’impatto con l’auto, ma la circostanza dovrà essere appurata con precisione. Infine è stata riscontrata una lesione al livello della mandibola, ma al momento non è chiaro se sia precedente all’incidente stradale. L’esame autoptico ha permesso anche di stabilire che al momento dell’investimento la ragazza era viva e questo, al livello investigativo, consente di scartare una delle iniziali ipotesi, ovvero che la ragazza fosse stata uccisa e poi adagiata sul manto stradale. Intanto il tossicologo Rino Froldi, ieri verso le 13 si è presentato in obitorio. A lui, in serata, sono stati consegnati i prelievi effettuati sotto le unghie della giovane, del sangue e di parti di tessuti.
Per il decesso della giovane sono due le persone indagate, il padre di Azka, Muhammad Riaz, muratore 44enne, per omicidio preterintenzionale, e il conducente della Ford C-Max, un croato 52enne residente a Montecosaro, per omicidio stradale. Per loro, ieri, erano presenti a seguire l’esame irripetibile, i rispettivi avvocati, Francesco Laganà per Riaz e Marco Poloni per il croato, che a loro volta hanno nominato un proprio consulente di parte. Per il padre di Azka era presente il medico legale Adriano Tagliabracci, per l’automobilista la dottoressa Francesca Tombesi.
  
La certezza
L’autopsia eseguita ieri mattina ha consentito di stabilire con certezza - ma la circostanza era corroborata anche dagli accertamenti svolti sull’auto - che al momento dell’impatto Azka era già a terra. Le lesioni, infatti, sono compatibili con lo schiacciamento esercitato dalla ruota, non con l’impatto frontale con l’auto. Sulla C-Max, infatti, non c’è un punto d’urto, la macchina è stata lievemente danneggiata nella parte anteriore destra bassa, quasi sotto, mentre il parabrezza, così come il fanale, non ha segni di alcun tipo. La circostanza, non aiuta a chiarire alcuni dubbi degli inquirenti: perché la ragazza giaceva sulla strada? Era stata picchiata? Aveva accusato un malore? Quel pomeriggio lei e il padre erano stati a Civitanova in un centro commerciale perché il padre doveva acquistare una valigia. Da lì sarebbero dovuti tornare a Recanati (dove si erano trasferiti dopo il terremoto che aveva reso inagibile la loro casa a Montelupone dove i due avevano vissuto insieme agli altri tre fratelli di Azka), ma perché passare per Morrovalle? Da Civitanova ci sono altri tragitti più brevi, perché i due sono passati di lì? Il padre della 19enne ha detto che la loro auto, una Opel Corsa, era andata in panne, la ragazza era scesa e lui aveva cercato di aggiustare il guasto. Una volta ripartito si era allontanato per poi fare inversione e tornare dalla figlia, ma quando l’uomo è tornato nel punto dove aveva lasciato la figlia l’ha trovata morta.
 
L’udienza
Domani per lui ci sarà la convalida del fermo in Tribunale. Proprio domani la figlia avrebbe dovuto essere sentita con la formula dell’incidente probatorio, nell’ambito di un procedimento pendente nei confronti del padre indagato per maltrattamenti in famiglia. «Il mio cliente - ha spiegato l’avvocato Laganà - sostiene che la ragazza era scesa dall’auto, lui non può sapere come si è verificato l’evento, anche perché era buio».
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